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Saldi estivi già iniziati in tre negozi mestrini su quattro. Ma per le famiglie poche disponibilità di spesa a causa dell’inflazione

In tre negozi su quattro sono già cominciati, con un record di offerte che non si vedeva da anni. Un mix fra il 50 e il il 60% di sconto che a volte può arrivare fino al 70%. I saldi estivi a Mestre, complice il clima mite di maggio e di giugno e l’inflazione, che ha di fatto rimandato gli acquisti di molte famiglie, presentano quest’anno molte anomalie. In primis, proprio quella che riguarda l’annosa battaglia fra il piccolo commercio del centro, ormai concentrato solo su piazza Ferretto e dintorni, e la grande distribuzione che non sta vivendo neppure in terraferma un periodo d’oro, basti pensare alla trasformazione dell’ex Auchan, che ha dovuto puntare su piste di go kart e su sale giochi, piuttosto che su negozi di moda.

L’indagine realizzata dall’Adico, che ha coinvolto circa 200 soci residenti a Mestre, dice che poco più di metà delle famiglie sarà impegnata nelle spese scontate, con acquisti concentrati soprattutto (se non quasi esclusivamente) su calzature e abbigliamento da spiaggia. La spesa per ogni nucleo varierà fra i 150 e i 200 euro a nucleo familiare, dedicata, come detto, su prodotti per le vacanze estive, mentre d’inverno gli acquisti sono particolarmente dedicati alle calzature.

La classica “sfida” fra grande distribuzione e “negozi di vicinato” si confronta quest’anno con una crisi senza precedenti per i centri commerciali mestrini, sia quelli del centro (leggi Le Barche, seppure in netto rinnovamento) che quelli della “periferia”, che sconta la crisi dell’ex Auchan dove per molti mesi ci si è scontrati con una morìa di negozi mai vissuta begli anni precedenti. Al contrario degli anni passati, quando tre consumatori su quattro ammettevano che le spese in saldo si sarebbero concentrate per lo più nei centri commerciali del Terraglio e di Marghera, anche per resistere meglio al caldo estivo, ora la percentuale è scesa del 10% soprattutto perché la crisi della grande distribuzione, la riduzione del numero di negozi nei centri commerciali, gli spazi sfitti, rendono meno attrattiva la trasferta fuori dal centro. Anche se l’80% degli intervistati afferma che Mestre e il suo commercio è rappresentato solo da un centro che a mala pena giunge ai confini de Le Barche. Altre zone, da via Cappuccina a Corso del Popolo (senza contare via Piave) ormai, oltre a una discreta offerta di bar e ristoranti, non hanno alcun appeal per il classico shopping. Per il 78% degli intervistati, degrado e sicurezza hanno reso una parte della città addirittura infrequentabile.

L’inflazione ha logorato il potere d’acquisto delle famiglie mestrine, condannando soprattutto i lavoratori dipendenti a salari fermi da anni e mai adeguati alla morsa dei rincari.  L’inflazione ha di certo rallentato anche nel Veneziano, ma soprattutto sul carrello della spesa gli aumenti sono più che rilevanti tanto da aver “impoverito le tavole dei mestrini. In generale nel territorio comunale si spendono (famiglia composta da tre persone) al supermercato circa 490 euro mese a fronte di stipendi che, come detto, per i dipendenti sono fermi da anni.

“L’impennata dei prezzi registrata nel 2022 – sottolinea Carlo Garofolini, presidente Adio – continua a manifestare in modo inesorabile i propri effetti -. Lo vedremo in modo chiaro anche con i saldi in arrivo sabato che non saranno di certo esaltanti nè per i negozi del centro né per la grande distribuzione. Non vedremo code fuori dai negozi, caratteristica che riguarda soprattutto i saldi estivi. Ma non prevediamo in generale grandi spese per questi sconti. Insistiamo su un fattore che ci sembra fondamentale. O si aumentano i salari oppure i consumi resteranno fermi al palo, con conseguenze negative per tutta l’economia”.

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