MESTRE. E’ un termine sempre più diffuso, soprattutto dopo l’avvento della tecnologia, e codificato dalla legge perchè la sua violazione può creare grandi disagi. “Privacy”, insomma, è un concetto ormai radicato nella nostra società e violarla rientra fra i comportamenti sociali scorretti se non addirittura punibili. Ebbene, alla palestra McFit di Mestre, zona Terraglio, è evidente che a qualcuno questo termine, “privacy”, non fa nè caldo nè freddo. Anzi. Come ha denunciato una nostra socia che si è rivolta all’ufficio legale dell’Adico indignata e intenzionata a richiedere un risarcimento, in quel posto c’è chi, fregandosene della naturale riservatezza che per prassi necessita in tali occasioni, viola la privacy delle donne che si cambiano in spogliatoio entrandovi dentro senza alcun avviso. Stiamo parlando di alcuni addetti alle pulizie, naturalmente di sesso maschile, che non si fanno scrupoli a violare l’intimità delle iscritte molte delle quali, com’è ovvio, non apprezzano assolutamente l’intrusione maschile. La vicenda – che risale allo scorso anno ma che solo negli ultimi tempi ha ottenuto nuovi risvolti – coinvolge una 49enne impiegata mestrina. La quale ha denunciato per due volte tale odiosa consuetudine e, forse come risposta a tante proteste, ha ricevuto dalla McFit una lettera di disdetta. “L’episodio lascia perplessi – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – La nostra iscritta ci ha riferito che in due distinti episodi, personale maschile addetto alle pulizie è entrato negli spogliatoi femminili senza fornire preventivo avvertimento e sorprendendo alcune donne, fra cui la nostra socia, impegnate a cambiarsi”. L’impiegata mestrina a questo punto ha protestato col personale della palestra ma l’episodio si è ripetuto un mese dopo con due addetti alle pulizie. “Secondo quanto riferitoci dalla socia – prosegue Garofolini – sono entrati nello spogliatoio e, di fronte alle giuste rimostranze delle donne presenti, si sono limitati a sorridere e a commentare. A questo punto la nostra socia ha chiesto l’intervento della Polizia, senza peraltro presentare denuncia per evitare comunque troppi problemi ai due addetti”. Ecco così che l’ufficio legale dell’Adico, ha scritto alla sede centrale della McFit per chiedere spiegazioni e per intimare un adeguato risarcimento in relazione al danno morale subito. “Abbiamo per ora ricevuto le legittime scuse da parte della società che gestisce le palestre – conclude Garofolini – ora siamo in attesa di vedere se venga anche riconosciuto il risarcimento per aver violato in questo modo la privacy della nostra assistita. Naturalmente siamo molto perplessi anche per il comportamento adottato dalla palestra mestrina che ha deciso di disdire l’abbonamento, a nostro avviso a seguito delle proteste presentate dall’impiegata”.
2 risposte
Sta succedendo la stessa cosa anche a mia figlia e alla mie nipotine a Corsico in una piscina comunale. Mia figlia madre di due bambine che frequentano i corsi di nuoto ha reclamato alla reception e come risposta le è stato detto che stava discriminando chi stava lavorando soltanto perché è un maschio. Come possiamo impedire a che questo accada?
Buonasera, il primo consiglio è quello di segnalare in modo deciso la situazione alla direzione della palestra. Nel caso di risposte insoddisfacenti potete contattarci allo 041-5349637 (dal lunedì al venerdì 9-13 e 15-19).
Buona serata
Gianluca Codognato
uff. stampa Adico