MESTRE. Sono state costrette a rivedere la loro offerta, a limitare gli orari e gli accessi, a chiudere alcuni spazi troppo “pericolosi”. Il tutto per una emergenza, quella del Coronavirus, che ha interferito in modo più o meno determinante sulle abitudini e sulle vite di tutti i cittadini. Per le palestre, si sa, questo è un periodo molto difficile legato a un tipo di attività in cui mantenere il distanziamento sociale è un’impresa. Ma in che modo i titolari di queste strutture vengono incontro agli “ospiti” costretti a limitazioni inesistenti prima della firma del contratto? La domanda sorge spontanea dopo le numerose richieste di assistenza giunte all’ufficio legale dell’Adico soprattutto da utenti che frequentano la Virgin di Mestre, sul Terraglio. E’ questa una delle palestre più rinomate e frequentate in città ed è nei suoi confronti che si concretizzano le proteste più vibranti da parte dell’utenza. In particolare, alcune persone che si sono rivolte all’Adico contestano la presenza di nuove condizioni che riducono l’offerta. L’accesso alla palestra è di fatto limitato, secondo quanto denunciato da più utenti. In particolare, la zona benessere non è usufruibile come d’altra parte la piscina, mentre la frequentazione dei corsi sportivi è possibile solo su prenotazione. “In diversi casi stiamo chiedendo la risoluzione del contratto per impossibilità sopravvenuta – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’associazione dei consumatori -. Consideriamo che le modifiche sono state unilaterali quindi l’utente avrebbe diritto al recesso. Come alternativa, proponiamo la rimodulazione del contratto stesso e la riduzione dei costi in virtù dei limiti introdotti a causa della pandemia. Capiamo i problemi che hanno dovuto affrontare i titolari e i responsabili in questo delicatissimo periodo ma non possiamo pensare che siano solo gli ospiti delle strutture a pagarne le conseguenze. Bisogna venirsi incontro e dividersi i sacrifici e gli oneri relativi a una situazione così difficili”. In tale contesto, Adico sta anche chiedendo alle palestre in generale (non solo alla Virgin, dunque) di prevedere un rimborso per i mesi – marzo e aprile – di mancato utilizzo dovuto al lockdown.