Annullata dopo due anni la sanzione per l’errato conferimento dei rifiuti. Grazie ad Adico la pizzeria 1.000 Sapori vince una battaglia durata due anni.

Mestre. Un semplice scontrino rinvenuto all’interno di un sacco della spazzatura non è sufficiente per multare chi lo ha emesso, nel caso di mancato rispetto dalla raccolta differenziata. E’ di fatto questo il motivo che ha portato all’archiviazione della multa di circa 200 euro affibbiata nel febbraio 2021 dagli ispettori ambientali ad A.S., 40enne imprenditore pakistano, titolare della pizzeria 1.000 Sapori snc di via Ca’ Rossa. L’ufficio legale dell’Adico è riuscito a far valere le ragioni dell’uomo, anche se l’archiviazione arriva a circa due anni dal ricorso in autotutela, a testimoniare la lentezza e la farraginosità che caratterizza questi procedimenti. Il risultato dell’azione dell’associazione contro il verbale degli ispettori ambientali rappresenta di certo un segnale positivo per le tante persone (alcune delle quali seguite dall’associazione) che contestano la multa per errato conferimento dei rifiuti negando di essere i “proprietari” della spazzatura incriminata.

Come detto, l’accertamento è avvenuto a febbraio 2021 mentre la notifica è giunta al diretto interessato il 9 marzo dello stesso anno. Nel verbale si specifica che gli ispettori ambientali “rinvenivano all’interno del contenitore adibito alla raccolta del solo rifiuto secco, munito di chiusura a calotta, un sacco nero di tipo condominiale chiuso, contenente rifiuti indifferenziati, costituiti da plastica, carta pulita, frazione organica, tetrapak e secco, il tutto riconducibile all’attività descritta”. Di fatto, però, come spiegano dall’ufficio legale dell’Adico, “la sanzione è stata elevata solo perché all’interno del sacchetto in questione è stato ritrovato lo scontrino della pizzeria del nostro assistito il quale non ha riconosciuto in alcun moro quei rifiuti. In effetti, nella spazzatura erano presenti elementi che non potevano essere ricondotti all’attività del socio semmai a una famiglia che aveva acquistato la pizza da lui”.

A sostegno della tesi, l’ufficio legale dell’associazione ha richiamato una sentenza del giudice di Pace di Mascalucia (numero 508 del 18 ottobre 2016) nella quale si specifica che “il rinvenimento di documenti all’interno di un sacchetto contenente rifiuti non è sufficiente per imputare al medesimo la responsabilità di una violazione in materia di raccolta differenziata”. Un pronunciamento fra l’altro coerente con la precedente normativa in materia di sanzioni amministrative.

“La legittima battaglia contro i furbetti della raccolta differenziata deve essere combattuta con altre modalità – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Sono tante le  persone che si rivolgono a noi per contestare la sanzione per errato conferimento. Servono strumenti più adeguati perché con questo tipo di controllo la multa deve essere comminata solo se si può davvero provare in modo inequivocabile chi sia il colpevole. Purtroppo, come vediamo, per avere una risposta all’eventuale ricorso bisogna aspettare anche due anni, se va bene, e tutto ciò rappresenta una perdita di tempo per tutti. Bisogna trovare soluzioni nuove per contrastare il fenomeno”.  

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