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Bollo auto, in Veneto partono 634 mila accertamenti

Aqualcuno la lettera della Regione è già arrivata. Ad altri arriverà, perché nel 2021 solo in provincia di Treviso non è stato pagato il bollo per un mezzo su sei in circolazione, ed ora gli uffici hanno inviato gli accertamenti. Nella Marca sono 114.966.

Un tesoro da recuperare

Il bollo auto è una delle tasse più invise, ma per la Regione è una sorgente di finanziamenti fondamentale, così come lo è l’Rc auto per le Province. E per chiarirlo basta inquadrare quanto vale l’intera attività di accertamento avviata nei giorni scorsi con la richiesta di pagamento dei bolli non pagati nel 2021: complessivamente, circa 172 milioni di euro a bilancio regionale.

Di questi la provincia di Treviso “cuba” da sola 32 milioni 437.577 euro di mancati pagamenti; appena cinquanta euro meno dei mancati pagamenti della provincia di Padova, che valgono 32 milioni 437.633 euro.

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Ai quasi 65 milioni da incassare dalle due province, la Regione aggiunge i 6,2 milioni di mancati bolli 2021 da Belluno, e i 26 milioni 230.642 euro di conti non saldati da Venezia. Più Vicenza, Verona e Rovigo che costituiscono l’altra metà della mela del “dovuto”.

Le lettere

In totale le lettere di accertamento partite dagli uffici tributi della Regione sono state 634 mila. Come detto 114 mila hanno come destinataria una cassetta delle lettere trevigiana, preceduti dai padovani (120.901), quelli veneziani (97.665 lettere), i bellunesi (22.346 accertamenti).

La curiosità

Dal confronto dei numeri emerge un dato interessante. L’intero ammontare del non pagato dei trevigiani equivale quello dei padovani, ma il numero degli accertamenti emessi dalla Regione è maggiore nel Padovano, e minore nella Marca. Che significa? Che le auto dei trevigiani sono in linea di massima più lussuose, o di maggior cilindrata, rispetto a quelle in circolazione nella provincia di Padova visto che a cilindrata maggiore corrisponde una maggiore tassa automobilistica.

«Conviene pagare ora»

Da Venezia si tiene a sottolineare come non si tratti di ruoli, ma di accertamenti tributari, un differenza sostanziale per quanto riguarda il “dovuto”.

L’accertamento prevede sì un aggravio di spesa per il mancato pagamento nei tempi corretti, cui si aggiungono le spese di istruttoria e costi aggiuntivi, ma non è ancora stato trasferito alla riscossione coattiva, quindi con il coinvolgimento dell’Agenzia delle Entrate, che scatta con l’emissione del “ruolo”, e prevede un ulteriore e significativo rincaro del prezzo da pagare.

«Saldare adesso quindi conviene» sottolineano dalla Regione che evidenzia come l’introito «serve a sostenere il bilancio regionale e torna al cittadino».

Poi un avvertimento: a breve (entro il mese di settembre 2023) andranno a ruolo le posizioni accertate e non saldate relative all’anno di imposta 2019. Saranno di certo meno delle lettere avviate oggi, ma i singoli conti ben più salati.

Fonte: La Tribuna di Treviso

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