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Con una telefonata il truffatore le sottrae i soldi dalla carta di credito per due acquisti on line. Grazie ad Adico dipendente pubblica di Marcon riceve il rimborso integrale dalla propria banca

MARCON. Una sola parola d’ordine: massima attenzione. Perché i truffatori si fanno sempre più ingegnosi, soprattutto sul fronte dei raggiri “informatici”. Lo sa bene C.M., 60enne dipende pubblico residente a Marcon, che si è rivolta all’Adico dopo aver subito un “furto” di circa 400 euro, importo che poteva risultare ben più sostanzioso se la donna non avesse fiutato per tempo l’imbroglio. Ora, grazie all’intervento dell’associazione, la situazione si è risolta al meglio, con la restituzione da parte della banca della somma sottratta. Ma la vicenda diventa lo spunto per mettere in guardia i cittadini dalle (sempre più diffuse) truffe informatiche che si possono sostanziare pure nella clonazione del bancomat o nel phishing o in altri raggiri mirati a rubare somme anche importanti dai conti delle proprie vittime.

In questo caso C.M., ancora a giugno, ha ricevuto la telefonata da parte di un sedicente rappresentante dell’ufficio antifrode della Banca della Marca del Credito Cooperativo di Marcon (Bcc), dove lei è correntista. L’uomo le ha chiesto conto di una transazione da mille euro effettuata in Svizzera che la donna ha subito disconosciuto. Da lì l’interlocutore, che si è anche presentato con nome e cognome, le ha proposto il blocco della carta di credito e l’emissione di una nuova. C.M. ha accettato ma nel frattempo ha cominciato a ricevere sul cellulare un messaggio da parte del proprio istituto di credito che le comunicava la richiesta di transazione per due acquisti on line, uno del valore di 400 euro e l’altro di 600. La donna ha subito riattaccato il telefono e ha chiamato il numero verde della banca tramite il quale è riuscita a bloccare solo il secondo movimento mentre il primo è andato a buon fine. Dall’operatore della Bcc ha anche saputo che non esisteva alcuna transazione da mille euro in Svizzera. Dunque C.M., oltre ad aver presentato denuncia ai Carabinieri, si è rivolta all’Adico dopo aver tentato inutilmente di risolvere da sola il problema.

“Con il nostro ufficio legale – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’associazione – abbiamo scritto al Credito Cooperativo contestando la totale mancanza di responsabilità da parte della nostra socia, anche se la banca prima del nostro intervento aveva respinto la richiesta di rimborso affermando che l’operazione disconosciuta era di pertinenza della cliente. Noi abbiamo rovesciato questa tesi spiegando che, anzitutto, la donna non ha effettuato l’acquisto. Poi ha chiesto immediatamente il blocco della carta, che non ha mai ceduto a terzi, ha sporto denuncia, non ha rivelato a nessuno i propri codici e non li ha mai smarriti. La banca – conclude Garofolini – ha accolto le nostre contestazioni, accordando il rimborso dei 400 euro. Siamo molto soddisfatti”.   

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