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Conti correnti sempre più cari. Adico: “fra banche e clienti rapporti ormai incrinati”

Dai mutui, alle commissioni fino all’impennata dei conti correnti. Mai come in questo periodo i rapporti fra istituti di credito e propri clienti sono risultati tanto tesi, complice anche l’inflazione che nel 2022 non ha risparmiato alcun settore. L’ultima sgradita notizia per i cittadini arriva proprio da una indagine di Bankitalia sui conti correnti i cui costi fissi e variabili proprio nell’arco del 2022 sono decisamente cresciuti rispetto agli anni precedenti. Secondo la ricerca, una famiglia pagherà in media 9,3 euro in più per la tenuta di un conto con un esborso medio di circa 104 euro. Di fatto a partire dal 2016 il rincaro si aggira attorno ai 27,50 euro, in particolare per la crescita delle spese fisse (canoni), che hanno contribuito all’aumento complessivo per il 63,4% (5,9 euro), raggiungendo una media di a 72,8 euro  (pari al 70%della spesa di gestione di un conto). Si registrano anche rincari, seppure inferiori, sui costi variabili mentre sui conti online e postali l’inflazione si è fatta sentire ma in modo molto meno rilevante. Comunque, commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, “i cittadini ci manifestano spesso i loro difficili rapporti con il sistema bancario. L’aumento dei costi per i conti correnti ci era già stato segnalato da tempo anche se ora arriva l’autorevole conferma di Bankitalia. Riteniamo che non sussistano giustificati motivi per far impennare i costi di oltre il 9% con un incremento superiore all’inflazione. Fatichiamo a comprendere come il carovita influisca sulla gestione dei conti tanto più con il boom dei servizi online che riducono gli impegni economici per la banca”.

Negli ultimi tempi l’associazione dei consumatori ha seguito numerose controversie fra banche e clienti, su vari fronti, in particolare su quello riguardante le truffe del finto sms. L’ultima battaglia in ordine di tempo, però, riguarda i tanti correntisti di banca San Paolo trasferiti, a loro insaputa, nell’istituto online del gruppo, Isybank. Ma ce n’è anche per le poste ree di aver aumentato ancora nel 2021 i costi per i bollettini postali. A quel tempo, continua Garofolini, “abbiamo contestato la scelta, rilevando come quello non fosse proprio il momento per i rincari, dopo i danni provocati dal Covid. Ora ribadiamo che nel 2022, se vogliamo, le cose sono addirittura peggiorate per le famiglie alle prese con una bolla inflazionistica da anni 80. Però, con una scusa o con un’altra, gli istituti di credito non si sono fermati, incrinando ancor più il complicato rapporto esistente con i clienti”.

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