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Conto corrente svuotato dai truffatori, impiegata padovana ottiene il rimborso totale grazie all’intervento di Adico

Monselice. Ci sono voluti un anno e tre mesi ma ne è valsa la pena. Un tempo lungo, come da pronostici, ma foriero di un grande risultato nell’ambito di una truffa – quella che definiamo del finto sms – che sta svuotando i conti di migliaia di risparmiatori italiani. La vicenda in questo caso riguarda un’impiegata 55enne di Monselice che è rivolta all’Adico dopo che i soliti hacker senza scrupoli hanno svuotato il conto della figlia, 1.200 euro frutto di alcuni mesi di lavoro e sacrifici. Grazie all’associazione, ora l’Arbitrio Bancario Finanziario ha riconosciuto l’intero rimborso evidenziando come la controparte – Postepay spa – non sia riuscita a dimostrare di aver meso in campo tutte le azioni necessarie a garantire la sicurezza della propria cliente.

Il fatto risale a giugno 2022 quando l’impiegata padovana ha ricevuto nel proprio cellulare un messaggio proveniente dallo stesso mittente che le fornisce i codici di sicurezza per effettuare le transazioni online. Infatti la comunicazione è finito automaticamente all’interno della consueta cartella di archiviazione delle Poste. L’ sms comunicava alla donna la sospensione del conto della figlia per mancato aggiornamento, con l’invito a cliccare un link per risolvere il problema. La 55enne di Monselice ha seguito le indicazioni entrando in un sito identico in tutto e per tutto a quello delle Poste. Subito dopo è stata contattata da un sedicente operatore di Banco Poste – come succede sempre in questo raggiro che coinvolge i clienti di moltissimi istituti di credito – il quale ha riferito alla vittima designata la presenza di movimenti sospetti nel conto e le ha fornito alcuni codici per bloccarli. Con quelle operazioni, invece, i truffatori hanno svuotato il conto, sottraendo 1.200 euro che appartenevano alla figlia. Una volta resasi conto dell’inganno, la donna ha disconosciuto le operazioni richiedendo invano il rimborso. Ha dunque deciso di rivolgersi all’Adico per ottenere giustizia tramite l’Abf.

“In questo come in altri casi simili – commenta il presidente di Adico, Carlo Garofolini – grazie all’eccellente lavoro del nostro ufficio legale abbiamo di fatto contestato a Poste pay di non aver garantito la necessaria sicurezza della propria cliente nel momento in cui la donna ha inconsapevolmente compiuto operazioni che hanno trasferito in più tranche i soldi dal conto della figlia ai malviventi. L’Arbitro ha messo in evidenza come l’intermediario non sia riuscito a dimostrare la propria diligenza nel garantire alla cliente la sicurezza nell’autenticazione delle operazioni. Da qui, il riconoscimento del rimborso totale che si traduce in un grande risultato per l’Adico e in un enorme sospiro di sollievo per le vittime del raggiro”.    

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