Venire “pizzicati” per strada in questi giorni senza una valida motivazione può costare davvero caro. Non tanto per l’importo in sé, quanto piuttosto perché il reato contestato è penale (“inosservanza di un provvedimento dell’autorità”). In questi giorni Adico, che mantiene operativi i propri servizi anche se la sede è chiusa, sta ricevendo diverse richieste di spiegazione circa questa eventualità.
Fermo restando che il nostro invito è quello di rispettare il decreto e di restare a casa, suggeriamo alle persone che escono di portare con sé il modulo che giustifica la presenza in strada (si può scaricare da internet e le eccezioni riguardano comprovate esigenze lavorative; situazioni di necessità; motivi di salute; rientro alla propria abitazione).
Se tale motivazione non esiste (o appare fasulla), scatta allora la denuncia che è penale e viene punita con una ammenda.
Ecco come funziona. Quando fermano qualcuno, le forze dell’ordine chiedono le generalità e il motivo dell’uscita da casa. Se non c’è o non è ritenuto valido o veritiero, procedono con una denuncia e invitano la persona in questione a nominare un avvocato di fiducia, altrimenti gliene viene assegnato uno d’ufficio.
In questa fase l’ammenda non va pagata, per non incorrere in una condanna definitiva. Bisogna invece attendere il “decreto penale di condanna” al quale, tramite l’avvocato, ci si oppone richiedendo l’oblazione per estinguere il reato ed evitare di intaccare la fedina penale.
“Come possiamo vedere – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – la procedura per uscire senza condanne penali da questa situazione è lunga e richiede di certo spese importanti. Quindi continuiamo a ripetere che bisogna restare a casa, tranne per i comprovati motivi già citati. In ogni caso, la nostra associazione è pronta a valutare eventuali interventi nei casi in cui un soggetto ritenga di aver subito una sanzione ingiusta. Siamo comunque a disposizione di chi necessiti di chiarimenti circa questo reato e le relative conseguenze”.
5 risposte
Si aggiunge un nuovo reato penale alla massa di quelli già esistenti, con relativo obbligo di perseguirlo da parte dell’autorità giudiziaria (obbligatorietà dell’azione penale) con la procedura che avete egregiamente sopra riassunto. I tempi dei processi si allungano quindi sempre di più. In uno dei famosi DDPC si sarebbe dovuto prevedere anche l’assunzione di un adeguato numero di giudici (o forse si spera nella carneficina del virus)
Concordo.
sabato 21 vorrei recarmi ed ho appuntamento dal mio legale per stendere testamento con mia figlia maggiore non essendo sposato ne convivente volevo delucidazioni dallo stesso su come comportarmi in caso di morte .
ritenete che possa essere una motivazione valida ? chiaramente sul autocertificazione specificherò il tutto ma sarà sufficente ?
Salve, fermo restando che molte cose sono lasciate all’interpretazione di chi controlla, temo che potrebbe incorrere nell’ammenda perchè se non ho capito male è comunque un appuntamento per chiedere una consulenza non urgentissima che comunque potrebbe essere rinviata di qualche tempo senza particolari conseguenze. Naturalmente questa è solo la mia interpretazione.
Distinti saluti
Gianluca Codognato
uff. stampa Adico
Mah, considerato che la Giustizia italiana non gode di molto credito ( e non mi riferisco all’Apparato giudiziario, di per se alquanto disastrato), l’evenienza di una trascrizione nel casellario giudiziario di condanna di questa specie proprio non mi tange e non solo l’unico a pensarla cosi. Anzi lo Stato, scaltro e guardingo, da oltre 10 anni sta provvedendo a “depenalizzare” tanti fatti-reato in violazioni amministrative, con relativa oblazione economica molto pesante, il tutto essenzialmente per recuperare vil danaro. È conveniente in questo caso accettare quindi il veloce decreto penale di condanna e pagare quelle 100 – 150 €. di ammenda, lasciando perdere avvocati e spese di giustizia varie. E della mia fedina penale macchiata, che se la tenesse pure lo Stato, che da parte mia non gode di particolare considerazione.