Da mercoledì nuovo switch off tv: chi non ha l’apparecchio compatibile deve cambiarlo. Adico: “altra inutile e inopportuna stangata per i cittadini”

MESTRE. Pronti, via. Dal 21 dicembre non ci sarà più alcuno “sconto” per quei cittadini che, loro malgrado, non siano in possesso dei più elevati standard qualitativi della propria tv. Dopo lo switch off dello scorso 8 marzo, da mercoledì prossimo non esisteranno più le trasmissioni con tecnologia Mpeg-2 per consentire il passaggio definitivo al nuovo standard in alta qualità Dvb-T2. Il tutto per lasciare libere le frequenze alla telefonia e quindi al 5G. Le conseguenze di tutto ciò sono dunque scontate: gli utenti potranno usufruire di canali in Hd e di nuovi servizi solo se sono in possesso di apparecchi compatibili. Altrimenti dovranno mettere mano al portafoglio per acquistare un decider o una nuova televisione.

“Da dopodomani – commenta sarcastico Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – chi non si è ancora dotato di un televisore di ultima generazione è meglio che vada in banca a ritirare un po’ di soldi, anche perché questo è il momento perfetto per tutti. Ci sembra giusto che proprio ora, a Natale, in piena crisi, con un’inflazione alle stelle, le bollette folli e il carrello della spesa pagato a peso d’oro, si chieda alla gente di cambiare il televisore, spendendo anche cifre e tre zeri, o di comprare un decoder che il più delle volte non serve a nulla. Già ci immaginiamo i nonni e le nonne, principali possessori di vecchi modelli di tv, che rinunciano al regalo per i nipoti perché devono investire i soldi della pensione sull’acquisto di un televisore. Siamo alla follia”.

In tale contesto, Adico evidenzia come con lo switch off di marzo tantissimi cittadini, soprattutto a Venezia centro storico, si siano ritrovati senza i canali Rai. “Cosa succederà ora? – si chiede Garofolini -. Con il nuovo switch off riappariranno all’improvviso i canali della tv pubblica o come per magia, spariranno anche tutti gli altri? E’ giusto poi correre verso il 5G quando ancora non si hanno certezze circa l’impatto di questa frequenza sulla salute delle persone e in particolare dei bambini? Come associazione riteniamo queste scelte molto discutibili. Anche perché, diciamocelo chiaramente, si vedevano così male i programmi tv prima del passaggio all’alta definizione. Noi sappiamo solo una cosa: tanti cittadini sono chiamati a una spesa del tutto inopportuna di questi tempi. Era una cosa improcrastinabile?”.     

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