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DISSESTO IDROGEOLOGICO, IL MINISTRO GALLETTI: “PRONTO PIANO DA 1,2 MLD PER AVVIO CANTIERI”

Il ministri delle Infrastrtture Graziano Delrio e il titolare dell’Ambiente Gian Luca Galletti (ansa)”Questa è una giornata importante per il Paese perchè presentiamo un piano da 1,2 miliardi di euro contro il dissesto idrogeologico”. L’annuncio è stato dato a Palazzo Chigi dal ministro dell’AmbienteGian Luca Galletti che ha presentato, insieme al titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio, il piano per la messa in sicurezza delle principali città contro il dissesto idrogeologico.

“E’ un piano vero con risorse vere” – ha sottolineato Galletti – “Riguarda opere in città che sono già state colpite da calamità naturali”. Questi primi interventi finanziati sono stati individuati a Milano, Padova, Venezia, Genova, Firenze, Bologna, Cesenatico, Pescara e Olbia.

Nel dettaglio il piano prevede risorse per 1,303 miliardi di cui 654 milioni già finanziati per avviare cantieri ( a partire da ottobre) nelle principali città contro le alluvioni e il dissesto idrogeologico. Ma il ministro dell’Ambiente ha voluto sottolineare come spetta ora alle Regioni impegnarsi per implementarlo: “E’ un piano vero, con risorse spendibili da domani” ha sottolineato Galletti.
E’ Genova, colpita da diverse alluvioni (l’ultima lo scorso ottobre) a beneficiare della cifra più consistente con 323,5 milioni. Seguono Milano con 122 milioni e Padova con 93,3 milioni. Dei 1.303 milioni, 1.268,7 vengono suddivisi fra venti città mentre i restanti 34,3 milioni sono destinati ad altre città. Sono 654,3 i milioni deliberati dal Cipe per i primi cantieri e comprendono 275 milioni per Genova e 112,5 per Milano.
Anche il ministro Delrio ha sottolineato la necessità di “pianificare meglio”: “Abbiamo reso fragile il nostro territorio e questo piano vuole darsi un orizzonte per non piangere più vittime”. Col nuovo piano, ha aggiunto Delrio, “si affrontano subito le emergenze. Ma il progetto vuole avere un respiro più ampio per recuperare il lavoro perso del passato. Della vecchia programmazione rimangono da spendere 1,8 miliardi di euro. Contiamo di recuperare questo miliardo e otto nel 2016”.

Il nuovo piano prevede lo stop a investimenti a pioggia: da ora saranno basati su dati tecnici del rischio oggettivo per il maggior numero di persone e della velocità dell’avvio dei cantieri. Lo ha spiegato Mauro Grassi, direttore della task force di Palazzo Chigi per il dissesto idrogeologico.

Il ministro Galletti ha ricordato le semplificazioni che sono state decise quest’anno fra cui quella che stabilisce che i presidenti delle Regioni sono commissari delle opere, un protocollo per la trasparenza degli appalti che saranno controllati anche dall’Autorità anticorruzione di Cantone. Infine “un protocollo con i sindacati per far rimanere più tempo i cantieri aperti, dove sarà possibile fino a 24 ore al giorno su turni. E’ un ulteriore segnale importante che abbiamo dato”, ha sottolineato Galletti.

Pronto anche un piano per i piccoli comuni: “Ieri in Cadore ho toccato con mano la pericolosità di certe situazioni, non ce ne dimentichiamo perché abbiamo in programma un piano di piccole opere per le frane che colpiscono i territori montani, ma anche della pianura, situati nei piccoli centri e credo che lo presenteremo nei prossimi mesi” ha assicurato il ministro Gian Luca Galletti.

Il tema del dissesto idrogeologico è tornato di grande attualità dopo la frana in Cadore che ha ucciso tre persone: oggi i dati dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) contenuti  nell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia raccontano di un suolo italiano in grande sofferenza. Il nostro, infatti, è uno dei Paesi europei maggiormente interessati da fenomeni franosi: ogni anno oltre un migliaio di frane colpiscono il territorio nazionale e solo negli ultimi 6 anni gravi eventi di frana hanno causato vittime e ingenti danni a centri abitati e a infrastrutture di comunicazione. Nell’Inventario sono censiti, ad oggi, 499.511 frane che interessano un’area di 21.182 kmq, pari al 7% del territorio nazionale. Nel 2014 sono stati 211 gli “eventi franosi principali” che hanno causato 14 vittime.

Fonte: repubblica.it

2 risposte

  1. gentili Tutti ho qualcosa da dire su questo argomento e vorrei informarvi su quanto invece stà avvenendo in Friuli perchè è
    troppo facile spendere i soldi dei contribuenti per avviare i cantieri per accontentare i palati degli amici degli amici…
    Per risolvere i problemi del dissesto idrogeologico dei territori bisogna evitare di costruire opere nelle golene dei fiumi e nelle zone di pertinenza fluviale.
    Pensate che a Dignano in provincia di Udine la Serracchiani vuole costruire una strada che ostruirà una vasta golena sul fiume Tagliamento che durante l’alluvione del 1966 ha evitato che i diastri
    alluvionali a Latisana fossero meno gravi. Noi del Comitato “Assieme per il Tagliamento” abbiamo depositato una petizione di oltre 5523 firme affinchè il Piano Idrogeologico di bacino venga rispettato dato che la golena interessata dall’opera è considerata ad alto rischio idrogeologico ma la Serracchiani va avanti lo stesso.
    Abbiamo anche dimostrato attraverso degli studi effettuati dall’Università IUAV di Venezia e del servizio geologico dell’Università di Padova che dice quanto sia pericolosa per il territorio
    questa strada piazzata sul fiume ma i giochi sono già fatti e non si torna indietro. Abbiamo informato Ministro dell’Ambiente, Aurotità di bacino ma si buttano la responsabilità uno verso l’altro e l’iter dell’opera va avanti a rotta di collo.
    se volete documentarvi un po di più sull’argomento il nostro sito è http://www.assiemeperiltagliamento.org
    coridalita franca pradetto

  2. Quello che dice Franca è terribilmente vero, per “amici degli amici” e la pericolosità geologica descritta.
    Cosa si sta aspettando? Che si ripeta un disastro come a “Longarone” anni fa? Ricordo che in quell’epoca le previsioni tecniche erano talmente catastrofiche, che non sono state tenute in considerazione, in quanto incredibili…….

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