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Domani prima rata per i debiti rottamati, l’avvertimento di Adico: “chi non la paga perde ogni beneficio”

Venezia. E’ iniziato il conto alla rovescia per il pagamento della prima rata della cartelle rottamate. Proprio domani, martedì 31 agosto, i contribuenti che hanno richiesto la definizione agevolata sono chiamati a onorare la prima tranche dei debiti ripuliti da more, aggi e sanzioni. Secondo le stime dell’Adico, nel Veneziano sono circa 17.500 (il 30$ nel Comune di Venezia) le cartelle esattoriali recapitate dall’Agenzia delle entrate ai cittadini fra il 2022 e inizio 2023 per un valore che può oscillare fra i 50 e i 70 milioni di euro. Per l’80 per cento di queste, si è richiesta la rottamazione (un centinaio i soci seguiti dall’associazione) che permette, come detto di rateizzare l’importo netto, senza spese extra.

“Invitiamo i contribuenti a non saltare questa prima rata – è l’appello di Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – anche se purtroppo, dai casi che stiamo seguendo, emerge che un debitore su quattro non sia in grado di pagarla. Questo à un problema perché il mancato pagamento estingue il beneficio della definizione agevolata e si riforma il debito integrale”.    

Proponiamo qui di seguito un approfondimento elaborato a marzo da Adico proprio in vista della definizione agevolata.

Gli Enti creditori. La Regione (con il 34% delle cartelle analizzate) la fa come detto da padrona e questo a causa soprattutto del bollo auto, vera spina nel fianco per gli automobilisti veneziani, veneti e, diciamolo pure, italiani, tartassati già da altri balzelli diretti e indiretti che trasformano la macchina in una slot machine mangiasoldi. Un quarto dei debiti iscritti a ruolo (24,5%) arriva dal Comune in relazione a imposte locali come l’ Imu ma anche a sanzioni di varia natura, tipo multe stradali. Dopo il Consorzio di bonifica, terzo in classifica, troviamo l’agenzia delle Entrate di Torino, leggi, la Rai. Stiamo ovviamente parlando di canoni tv contestati anche se da luglio 2016, con l’inserimento dell’obolo nella bolletta elettrica, il tasso di evasione è inevitabilmente crollato. Il 7,5% delle cartelle prese in esame, poi, si concretizza in contestazioni della stessa Agenzia delle Entrate riguardanti i contributi Irpef. Alla voce “altro”, che annovera l’11,3% degli avvisi, troviamo diversi Enti creditori, come la Prefettura o il centro operativo dell’Entrate di Pescara che si occupa della riscossione di vari tributi anche nel nostro Comune. Dall’indagine sono escluse invece le cartelle recapitate a imprenditori, commercianti e artigiani il cui incubo è rappresentato, in primis, dalle sanzioni (spesso salate) per contributi non versati.

Gli importi contestati.  Fra le persone che si sono rivolte a noi, i debiti totali – riferiti dunque a tutte le cartelle in capo al singolo socio e oggetto di definizione agevolata – variano dai 2.000 ai 6 mila euro come somme totali. Con il taglio di interessi, aggi e sanzioni, il carico si riduce in media del 31%. Facciamo alcuni esempi concreti. C’è il socio con una cartella esattoriale che dai 365 euro di partenza è passata a 298 euro (-18%). E quello destinatario di 4 “solleciti” per un totale di 562 euro che diventano 452 euro grazie alla rottamazione (-19,5%). E ancora: un contribuente con 6 enti creditori che “intimano” il pagamento di 2.706 euro, che diventano 1.606 euro sfruttando la definizione. E un altro con 14 cartelle fiscali che includono una somma complessiva di 2.848 euro, ridotti a 1.865 con euro (-34,5%). Naturalmente nei conteggi non sono ricomprese le cartelle sotto i mille euro per debiti maturati fra il 31 dicembre 2015 e l’1 gennaio 2000. Quelle vengono automaticamente cancellate dall’Agenzia.

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