Gli italiani sprecano meno e mangiano più cibi scaduti, tra crisi, conti che non tornano e sensibilità ecologica in crescita

Gli ultimi dati parlano chiaro. Da settembre ad oggi gli italiani hanno ridotto ancora di più gli sprechi alimentari ma soprattutto sono sempre meno attenti alle date di scadenza scritte sui prodotti: il 63 % (più 8%in sei mesi) di oltre tremila famiglie intervistate controlla a naso che il cibo non si andato a male e poi lo mangia tranquillamente infischiandosene delle etichette “a termine”.

A raccontare come cambiano i costumi nel nostro paese è l’Osservatorio sugli sprechi alimentari delle famiglie italiane, il Waste Watcher, promosso da Last minute Market e dal dipartimento di scienze tecnologiche agroalimentari dell’università di Bologna. Il presidente è Andrea Segré, coordinatore della Task force per la riduzione dello spreco alimentare messa in piedi dal ministero dell’ambiente. Il 5 febbraio giornata nazionale contro lo spreco alimentare, si riunirà questa task force, questa consulta incaricata per cominciare ad elaborare un piano nazionale di prevenzione allo spreco. Per evitare che si continui a gettare via una quantità di cibo che ogni anno ammonta ad un valore di 8,7 miliardi di euro, perché ogni famiglia con piccoli accorgimenti smetta di gettare una media di 213 grammi di alimenti a settimana nella spazzatura, bruciando così almeno 7 euro.

Così tra crisi, voglia di risparmio e di ecologia, l’italiano cambia comportamenti. Così, hanno raccontato gli intervistati, mai o raramente negli ultimi mesi il 70% ha acquistato prodotti che non piacevano e quindi a rischio di spreco. Solo il 31 % talvolta ha comprato confezioni troppo grandi e quindi col pericolo di lasciarne parte andare a male, mentre il 33% a volte ha lasciato che il cibo facesse la muffa, marcisse o non ha utilizzato gli avanzi. La cosa inquietante invece è che ancora alta la percentuale di chi ha paura di non avere mai cibo a sufficienza in casa: 41 % lo ammette, spesso o talvolta, stessa percentuale di chi rivela di esagerare nel fare la spesa, e di cucinare troppo cibo. Mentre ben il 50 % confessa di calcolare male quello che serva per mettere in tavola la famiglia.

Questi nuovi dati arrivano nel giorno in cui il governatore della Puglia Nichi Vendola è a Roma perché la Puglia ha aderito a Carta Spreco Zero, il decalogo di buone pratiche contro gli sprechi alimentari, idrici, energetici sottoscritto ad oggi da oltre 1000 Comuni italiani, fra i quali Milano, Torino, Bologna, Venezia, Trieste e i 64 Comuni virtuosi, e dalle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia.

di CATERINA PASOLINI
fonte: repubblica.it

 

2 risposte

  1. Con gli sprechi dei supermercati si potrebbero aiutare molte persone ogni sera…ma i supermercati VIETANO di donare il cibo a chi ne ha bisogno…Lo vuoi? Lo paghi a prezzo intero!!!
    Noi Italiani alla “fame..loro politici piatti da 100€…
    Bell’italia….

  2. Tutto questo, la crisi, il governo LETTA, ci fa capire che il PD, è un grande partito di opposizione, mentre quando governa ci terrorizza e affama gli ITALIANI, quelli che non sono nei quadri di questo partito, cerca il consenso fra immigrati, e milionari, omosessuali, ha abbandonato la classe operaia, perché senza fabbriche, che loro stessi hanno contribuito a far sparire, si è ridotta al lumicino, quindi inconsistente, finge di non accorgersi del partito degli evasori, perché è consistente e favorevole allo stato di fatto, ormai, si sente sicuro, anche dalla piazza, essendo l’età media italiana alta, e avendo nella sua storia guidato, molte rivolte sa come gestirle, stancarle, sopprimerle, vedi TAV, Purtroppo chi non è parte dell’apparato di questo partito, per ora mangia gli alimenti scaduti, la domanda è, domani cosa mangerà?

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