MESTRE. Dal raggiro del finto sms a firma di Banca Intesa San Paolo fino alle offerte fasulle di lavoro proposte tramite Telegram. IL 2020 e anche i primi mesi del 2021 si caratterizzano per una vera e propria “esplosione” delle truffe informatiche che, proprio a causa del Covid, vivono un momento a dir poco florido sostenuto dall’ingegno di hacker spudorati e senza scrupolo. Trascinati proprio dalla trappola che coinvolge i correntisti di banca Intesa, i raggiri via web nei confronti di cittadini mestrini seguiti da Adico sono quasi triplicati rispetto agli stessi periodi degli anni precedenti. E la cosa non stupisce. Infatti, come spiega il presidente dell’associazione, Carlo Garofolini, “la pandemia ha ridotto i margini di azione dei truffatori da strada, quelli, per esempio, che suonavano i campanelli per fregare persone anziane con escamotage di ogni tipo. Ora le vittime sono quelle che navigano sul web, quindi anche più giovani rispetto al solito. Gli imbrogli vanno dal classico phishing, come quello di banca Intesa, alle vendite on line di prodotti inesistenti”. Adico segue circa 200 correntisti di Intesa San Paolo ai quali è stata sottratta una somma complessiva che si avvicina al milione di euro. Il trucco, come spiegato più volte, ruota attorno a un finto sms o a una finta mail che porta la vittima all’interno di un link che sottrae dati sensibili. Il raggiro è congegnato in modo perfetto tanto che nella rete sono cadute persone di ogni tipo, anche molti bancari e perfino diversi dipendenti della stessa banca torinese. Con metodi simili, i truffatori hanno utilizzato il logo delle Poste, di altri istituto di credito e dell’Inps. In tempi di crisi sanitaria, poi, sul web si sono materializzate gli imbrogli legati al bonus Covid ma non solo. Alla vigilia delle vacanze estive, sono nati come funghi siti che vendono pacchetti farlocchi e ci sono famiglie mestrine che hanno prenotato strutture ricettive rivelatesi poi inesistenti. Sempre in riferimento al phishing, molto articolata e realistica è la mail di sedicenti operatori dell’agenzia delle Entrate con la quale, come al solito, si cerca di estorcere dati sensibili al proprio interlocutore. “Anche noi l’abbiamo ricevuta – sottolinea ancora Garofolini – e devo dire che non è stato facile individuare il raggiro ma per fortuna, forti della nostra esperienza, ce l’abbiamo fatta”. Attenzione, poi, alle false offerte di lavoro su Telegram e all’sms che annuncia un pacco in giacenza inducendo la vittima a seguire un percorso che di fatto trasmette un virus nel dispositivo informatico e rubando come sempre dati sensibili con il quale si possono depredare i conti correnti”. Ovviamente il periodo Covid ha registrato un boom di truffe nel commercio on line che hanno messo in difficoltà la stessa Amazon.