Mestre. Tutto era cominciato a dicembre 2021 quando gli erano arrivate le prima multe. Una, due, tre sanzioni per il transito nella zona a traffico limitato mestrina con il pass scaduto. Alla fine, quando si è rivolto alla Polizia municipale per fare una stima delle infrazioni contestate, si è scontrato con la cruda realtà: aveva collezionato ben venti contravvenzioni per una cifra complessiva di circa 2 mila euro. Ora, a circa un anno e mezzo di distanza dall’inizio della disavventura, A.C., caparbio e lucidissimo 81enne mestrino, può cantare vittoria. Grazie all’assistenza dell’ufficio legale dell’Adico, infatti, l’uomo si è visto annullare l’intero malloppo di sanzioni dal Giudice di Pace di Venezia che ha accolto in pieno le tesi difensive dell’anziano automobilista.
Di fatto le ragioni del pensionato erano più che evidenti. A.C. aveva rinnovato il permesso ztl nel 2016 con scadenza a luglio 2021 (sic!). Come succede spesso, però, anche l’81enne mestrino non si è ricordato della scadenza e da luglio ha continuato ad attraversare con la propria auto il centro, accumulando come detto 20 multe per transito non autorizzato in zona a traffico limitato. Il pensionato mestrino si è accorto con disappunto della situazione solo a dicembre, quando gli sono arrivate le prime multe. E così, dopo essersi rivolto alla Polizia Municipale, ha scoperto suo malgrado che l’amministrazione lo aveva sì avvertito dell’imminente scadenza, ma con un sms inviato a un numero non più in suo possesso.
“Il nostro ufficio legale – commenta entusiasta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – nel suo ricorso ha messo in evidenza l’assenza di responsabilità del nostro socio il quale ha dimostrato una tenacia senza precedenti, più che convinto delle proprie ragioni. Il giudice, in effetti, ha ritenuto di annullare tutte le sanzioni perché assolutamente ingiuste. Noi invochiamo da sempre, anche con le precedenti amministrazioni, nuove modalità per il rinnovo dei permessi visto che la scadenza quinquennale crea chiaramente situazioni di questo tipo, tanto più che l’uomo era stato avvertito con un sms su un numero non più attivo. La cosa buffa è che al nostro socio hanno tentato di contestare anche il ritardo nella presentazione del ricorso, perché eravamo a fine dicembre e c’erano di mezzo le festività, così negli uffici risultava una data diversa rispetto al reale deposito. Il pensionato ha raccolto tutta la documentazione necessaria a dimostrare il rispetto dei tempi richiesti e anche in questo caso ha vinto la sua battaglia”.