Incubo sfratto per una giovane coppia mestrina con tre figli piccoli, l’appello di Adico al Comune: “basta una mail per risolvere il problema”

MESTRE. Un lavoro saltuario da saldatore, una moglie con problemi di salute, tre figli minorenni, fra cui uno di un mese e mezzo, e una spada di Damocle che pende sulla sua testa e su quella dei suoi cari: lo sfratto. La storia di Alessandro Cirasa, 37 anni, siciliano di origine ma mestrino di adozione, è per certi aspetti simile a quella di altre famiglie alla ricerca di un tetto dignitoso sotto cui ripararsi ma regala anche spunti anomali, denunciati dallo stesso Cirasa. L’uomo, infatti, avrebbe tutti i requisiti per trasferirsi in un appartamento dell’Ater, visto che ora abita in un alloggio privato con affitto pagato per lo più dal Comune. E la casa, infatti, sarebbe disponibile per ospitare la famiglia Cirasa, come avrebbe confermato la stessa Ater al diretto interessato. Però, c’è un però. “Il nostro socio – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico a cui il 37enne si è rivolto per farsi assistere – ci riferisce che gli uffici della coesione sociale del Comune che stanno seguendo il suo caso da un po’ di tempo, per sbloccare la situazione dovrebbero inviare una semplice mail all’Ater per definire, di fatto, il passaggio di consegne. A quanto pare, però, quella comunicazione non è ancora stata inviata e vorremmo capirne il motivo”.

Alessandro Cirasa abita al momento in via Dottesio a Mestre. L’affitto viene pagato dal Comune per morosità incolpevole, dato che l’uomo è saldatore ma non ha un contratto fisso e lavora in modo saltuario. Il proprietario di casa, per motivi personali, ha però deciso di vendere l’appartamento e già nel 2019 ha presentato istanza di sfratto. Da tre anni, dunque, il 37enne e la sua famiglia vivono nell’incubo di finire in strada, un problema enorme soprattutto per i figli. E gli accessi con rinvio da parte dell’ufficiale giudiziario sono frequenti. Eppure la sua condizione familiare gli dà diritto a un alloggio pubblico e in effetti, secondo quanto riferito dal diretto interessato, l’appartamento dell’Ater sarebbe pronto e disponibile.

“Se davvero tutto dipende da questa mail – conclude Garofolini – ci auguriamo che gli uffici comunali accolgano il nostro appello e la inviino al più presto perché la famiglia vive un incubo quotidiano. Teniamo presente che in questo momento l’amministrazione sta pagando comunque un canone di mercato mentre in una casa pubblica ad affitto calmierato il canone mensile potrebbe essere pagato dallo stesso Cirasa. Tramite il nostro ufficio legale scriveremo anche una lettera agli uffici che si occupano del suo caso nella speranza che sblocchino la situazione oppure che ci comunichino il motivo del loro atteggiamento nei confronti del nostro socio”.

2 risposte

  1. Coesione sociale è una vergogna potrebbe applicare emergenza abitativa nn deve aspettare ater nn c’è niente di più vergognoso che giocare al rimbalzo facciano il loro dovere assistere i più fragili e i minori Venturini deve rispondere

    1. Ciao Diana, chi meglio di te potrebbe capire la situazione? Magari ci sentiamo così capiamo se possiamo dare una mano a questa famiglia.
      Ti auguro una buona serata.
      Gianluca Codognato
      uff. stampa Adico

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