Fra le tante “rivoluzioni” imposte dalla pandemia, ce n’è una molto preoccupante per i risvolti presenti e futuri. Stiamo parlando degli effetti nefasti che le restrizioni hanno provocato nelle persone giovani, più che mai frustrate da una condizione di “prigionia” forzata mai vissuta prima. Adico – nell’ultimo anno e mezzo – ha potuto constatare questo impatto anche in riferimento agli iscritti che si sono rivolti all’associazione. Sono cresciuti esponenzialmente, infatti, i soci delle fasce più giovani, e questo, in molti casi, è legato proprio a un accresciuto stato d’ansia che ha reso pesanti situazioni prima trascurate.
Da questo punto di vista, l’indagine Ipsos sui ragazzi ai tempi del Coronavirus apre squarci a dir poco inquietanti. Secondo l’istituto di ricerca, infatti, la pandemia ha aumentato del 15% i disturbi d’ansia. I disturbi alimentari, invece, hanno conosciuto un incremento del 18%. Note negative pure sul fronte delle dipendenze. Si registra infatti una impennata dell’8% nel consumo di alcol e di droghe. A livello morale, pessime notizie. Fra i giovani cresce (+13%) il numero degli apatici e degli scoraggiati, una condizione molto grave se si pensa soprattutto al mondo del lavoro. Il guaio è che il 22% di questa platea non parla con nessuno dei propri problemi e ciò si rivela ancora più devastante. “Siamo convinti che ci sarà presto una inversione di rotta – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – ma speriamo che nessuno si perda per strada. Noi intanto cerchiamo di fare la nostra parte per quelle che sono le problematiche che ci vengono manifestate dai più giovani molte delle quali riguardano il mondo del lavoro o problemi familiari. Arriveranno tempi migliori”.