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La retta aumenta a sua insaputa, chiesti 20 mila euro di arretrati a un disabile psichico ospitato in una casa alloggio padovana

MASSANZAGO. Un evidente errore di comunicazione et voilà, la stangata è servita. Possiamo riassumere così, senza troppi fronzoli, la disavventura economica capitata a S.V. (52enne padovano disabile psichico ospitato in una struttura di Massanzago) e, indirettamente, al fratello, che attualmente vive con lui. Tutta la spiacevole vicenda ruota attorno a una retta, quella della casa alloggio Mano Chiara di Massanzago, che si è impennata in modo vertiginoso da un anno all’altro, per decisione della giunta regionale del Veneto.  

S.V., ricoverato in quella struttura dal 2017 per affrontare un ciclo riabilitativo, nel corso del 2020 ha ricevuto una lettera con la quale si intimava l’esborso di circa 20 mila euro, corrispondenti agli arretrati della retta riferiti agli anni 2019 e allo stesso 2020. La richiesta, dopo l’intervento di Adico, si è abbassata di molto, arrivando a circa 8 mila euro, ma resta in piedi la contestazione da parte dell’associazione, anche considerando che i due fratelli, ora tornati a vivere insieme, possono contare su due redditi che sommati non raggiungono neanche quota 1.500 euro mensili. 

La vicenda, come detto, si sostanzia attorno a un errore di comunicazione. Quando, nel 2017, è entrato nella casa alloggio per farsi assistere e per seguire un percorso di riabilitazione, S.V. pagava circa 270 euro mensili come compartecipazione alla retta. Nel 2018 la Regione ha di fatto alzato l’importo a carico degli ospiti e l’ uomo  avrebbe dovuto corrispondere, per l’anno successivo, più di 940 euro mensili, un aumento del 250 per cento (sic!). Nel 2019, poi, un altro intervento di palazzo Balbi ha fatto lievitare la quota di compartecipazione per il 52enne padovano a 1.420 euro mensili, un salasso di tutto rispetto. Il problema, però, è che la novità degli aumenti è emersa dopo due anni, quando l’Ulss ha inviato al fratello del paziente la richiesta di arretrati per una somma che, come detto, si aggira attorno ai 20 mila euro, 8.085 euro per il 2019 e 10.952 euro per il 2020. 

“Il nostro socio, fratello del 52enne disabile ospitato nella casa alloggio di Massanzago – sottolinea Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – ci riferisce di non aver ricevuto mai alcuna comunicazione in merito agli aumenti se non a fine 2020. E’ probabile che i responsabili della struttura abbiano comunicato le nuove rette al proprio ospite e non al fratello, cosa non opportuna vista la disabilità psichica di cui soffre l’uomo ricoverato alla Mano Chiara. In ogni caso, ci si chiede come mai nessuno abbia detto nulla per i tanti mesi durante i quali l’uomo continuava a versare i soldi corrispondenti alla compartecipazione iniziale, ovvero 270 euro. Si sono attesi due anni prima di intervenire e così si è accumulato un arretrato pazzesco. Fra l’altro – prosegue Garofolini -, se avesse saputo di questi aumenti vertiginosi, con ogni probabilità il fratello avrebbe portato via l’uomo dalla struttura dato che hanno entrate economiche troppo basse per affrontare una spesa del genere. Ora i entrambi sono presi dall’angoscia anche dopo il grande “sconto” ottenuto con l’intervento di Adico”. 

Ricordiamo che grazie all’attività dell’ufficio legale della nostra associazione, la somma richiesta è scesa da 20 a 8 mila euro. Ma lo scopo, in realtà, sarebbe quello di far annullare totalmente la pretesa economica. “Sappiamo che la casa alloggio non decide nulla circa gli aumenti delle quote di compartecipazione al pagamento della retta – conclude Garofolini -. Non si può negare, però, che qualche cosa sia andato storto nella comunicazione dei rincari. Allo stato attuale siamo ancora in una fase di dialogo con l’Ulss Euganea. Noi puntiamo alla cancellazione del debito, in alternativa chiederemo un’ulteriore riduzione della somma richiesta e un’ampia rateizzazione, che permetta ai due fratelli di pagare senza svenarsi”. 

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