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LEGGE DI STABILITA’. FISCO MENO CARO MA NON PER TUTTI

Licenziata sia al Senato che alla Camera, la legge di stabilità attende solo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale prima di far sentire i propri effetti, soprattutto in materia fiscale, nel 2015. Gli italiani attendono di capire se la manovra alzerà o abbasserà la pressione fiscale: sul piano nominale crescerà di un punto, su quello sostanziale potrebbe calare. Ma non per tutti.

I CONTEGGI – Il documento di economia e finanza dice che nel 2015 la pressione fiscale sarà lievemente più alta: il 43,4%, appena un decimale in più rispetto al 43,3 di quest’anno. Tuttavia si tratta di una cifra ingannevole, giacchè le regole contabili europee non considerano (e quindi non contabilizzano) il bonus Irpef da ottanta euro come una riduzione fiscale. Nella pressione fiscale sono invece calcolati il taglio dell’Irap alle imprese, la decontribuzione per i nuovi assunti, l’aumento delle tasse sui fondi pensione che va ad aggiungersi a quello già previsto quest’anno per depositi bancari e titoli.

GIU’ LE TASSE SUL LAVORO – La scelta del governo è stata quella di alzare le tasse sulle rendite finanziarie (che erano fra le più basse d’Europa) nel tentativo di abbassare quelle sul lavoro. Gli ultimi dati Istat disponibili (2012) dicono che se un dipendente italiano costava all’imprenditore mediamente 41 mila euro, ne intascava meno di trentamila. Nel 2015 la somma di dare e avere sarà positiva: nel complesso le tasse scenderanno. Ma “complessivamente” non significa necessariamente per tutti.

TASSE SULLA CASA – Rimandato al 2016 il propgetto ‘Local Tax’, che dovrebbe riunire in un’unica imposta le tasse sulla casa, Imu e Tasi resteranno invariate. Con un però: i Comuni potranno aumentare l’aliquota Tasi fino allo 0,8 per cento se suddivisa fra prima casa e altri immobili. Chi ha molti investimenti nel mattone, dunque, ha buone probabilità di pagare di più. In alcune Regioni le brutte sorprese per i più ricchi arriveranno in ogni caso dalle addizionali Irpef.

CHI PAGHERA’ MENO – In virtù dei dati elencati la figura che certamente nel 2015 pagherà meno tasse rispetto a prima è quella del lavoratore dipendente con uno stipendio di circa 1400 euro al mese, e con al massimo una casa di proprietà. Sopra quella soglia tutto dipenderà da cosa possiede, quante persone ha a carico e soprattutto da dove vive.

LO SPAURACCHIO IVA – Il tutto dipende comunque dalla capacità dell’esecutivo di tagliare la spesa secondo i numeri preventivati. In caso contrario, il primo gennaio 2016 scatterebbero le clausole di salvaguardia  previste dalla legge di Stabilità: l’aliquota media Iva salirebbe dal 10 al 12 per cento, quella più alta dal 22 al 24, più un ritocco sulla benzina. (tratto da QUIFINANZA)

 

Una risposta

  1. qualsiasi cosa facciano noi la prendiamo sempre in quel posto e loro ogni cosa che fanno la fanno solo per mantenere i loro sporchi privilegi

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