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L’ennesimo aumento dei tassi è una mazzata per circa 258 mila padovani. Aumenti “monstre” per i mutui (più 450 euro) ma anche per i prestiti personali e finalizzati  

Padova. L’ottavo aumento del tasso di interesse nell’ultimo anno e mezzo rischia davvero di far infuriare una fetta importante di popolazione padovana e non solo quella che si ritrova, suo malgrado, con un mutuo prima casa a tasso variabile (che subirà comunque la batosta più rilevante). Di fatto, fra finanziamenti “variabili” per acquistare l’abitazione principale (33.800 persone), crediti al consumo finalizzati all’acquisto rateale di altri beni (144.000), come un’automobile o un elettrodomestico, e prestiti personali (80.000) sono circa 258 mila i cittadini residenti in provincia che devono fare i conti con le manovra anti-inflazionistiche della Bce. Per le circa 34 mila famiglie con mutuo prima casa a tasso variabile, la rata si è impennata in media di 450 euro rispetto a gennaio 2022 passando da 600 euro mensili a 1.050. Un rialzo mostruoso che potrebbe portare al default e all’insolvenza migliaia di persone, soprattutto quelle più giovani. Per gli altri 224 mila cittadini padovani che hanno un prestito finalizzato o un prestito personale, gli otto aumenti portano in dote aumenti che oscillano fra il 10 e il 25% rispetto alla rata iniziale. Due esempi: prendiamo un’auto del costo base di 25 mila euro acquistata con un pagamento interamente rateale da rimborsare in dieci anni. L’esborso è passato dai 310 euro inziali agli attuali 388 euro, 78 euro in più al mese, 936 euro in un anno (quasi uno stipendio medio). Se consideriamo invece un elettrodomestico da 750 euro, comprato con un finanziamento quinquennale, la rata è passata da 15,70 a 18 euro mensili.

“Purtroppo gli interventi della Banca Centrale daranno il colpo di grazia a molte famiglie e colpiranno in particolare i giovani già alle prese con lavori precari e stipendi da fame. attacca ancora una volta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Continuiamo a considerare folle questa politica monetaria. In questo momento possiamo dire che le vere categoria a rischio siano le famiglie con un mutuo a tasso variabile. Ci stupiamo che queste persone non siano ancora scese in piazza a protestare perché ne avrebbero tutte le ragioni di questo mondo. La casa è un diritto ma sembra che la Banca centrale se ne sia scordata. Diciamo basta con queste manovre scellerate che stanno rendendo la vita impossibile anche a chi ha comprato a rate un’auto, un frigo, una cucina. L’inflazione in questo momento è, secondo noi, figlia di palesi speculazioni. Pensiamo a combattere quella con i mezzi a disposizione. Ma finiamola con il tartassare le famiglie che ormai sono allo stremo”.

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