Vent’anni, quattro lustri, non sono un’eternità a livello demografico. Eppure, analizzando gli ultimi dati Istat, si resta di stucco di fronte a un Veneto che invecchia sempre più e fa sempre meno figli. Adico ha analizzato la variazione nel numero degli over 65 nella nostra regione, paragonandola al crollo dei nuovi nati, confermando un trend che preoccupa e fa riflettere, perché richiede l’attuazione di politiche adeguate sia per la natalità sia per il sostegno alle persone anziane e, di conseguenza, al welfare.
Partiamo proprio dal 2002 per sviluppare il ragionamento. Gli ultra65enni sono 827.632, circa 18 ogni 100 residenti. Nello stesso anno nascono 41.702 bambini, un numero non elevatissimo ma comunque accettabile. Di fatto, ogni cento giovani di età compresa fra 0 e 14 anni ci sono 135 over 65, una media alta ma sostenibile. Facciamo ora un salto in avanti di dieci anni, due lustri, un periodo breve nelle tappe della storia e delle generazioni. Siamo dunque nel 2012 e gli anziani sono decisamente di più del 2002: 998.092. Normale, perché anche la popolazione è cresciuta ma il rapporto fra residenti e over 65 si è comunque alzato di due punti: ora ci sono 20,6 anziani ogni 100 residenti. Di più. L’indice di invecchiamento, ovvero il rapporto fra giovani under 14 e anziani ultra65enni è passato a 100 contro 144,2 testimoniando un deciso aumento della generazione silver. In termini percentuali, gli anziani sono aumentati del 20,6% mentre la popolazione del 7,1. E i nuovi nati? In crescita: dai 41.702 del 2002 ai 44.460 del 2012, con un aumento del 6,6%. Ma proprio dal 2012 le culle dei veneti hanno iniziato a svuotarsi con un trend contrario a quello degli anziani. Andiamo dunque agli ultimi dati Istat aggiornati all’1 gennaio 2023. Gli over 65 sono addirittura 1.167.759, quasi uno ogni quattro residenti, il 23,8% della popolazione, 189 ogni 100 under 14. L’aumento è del 17% rispetto al 2012 e del 41% rispetto al 2002.
Invece nell’arco del 2022 i nascituri sono 31.706, 12.754 in meno di dieci anni prima, con una picchiata percentuale del 28%. Un vero tracollo.
“L’analisi demografica è per molti versi impietosa – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Le motivazioni alla base di questa tendenza sono molte e più volte riassunte dagli stessi demografi. Il nostro interesse è quello di lanciare un appello alla politica per ricordare che questa curva è destinata a proseguire il suo percorso con numeri che, secondo le previsioni, sono impressionanti sia sul fronte dell’invecchiamento sia su quello della denatalità. Come Adico chiediamo soprattutto maggiori attenzioni e maggiori investimenti per le persone anziane perché consociamo le loro difficoltà, il difficile rapporto con la tecnologia e con alcuni mercati come quello energetico. Sappiamo che per persone senza scrupoli sono vittime predilette e che le truffe nei loro confronti sono in continuo aumento. Per non parlare delle criticità legate alla sanità. Di fronte a questi numeri non si può restare indifferenti. Un buon governo deve dunque pensare a nuove politiche per la natalità ma senza dimenticare di sostenere, assistere, coinvolgere nella comunità un quarto della popolazione, quella che ha più di 65 anni”.
2 risposte
Dito nella piaga di una politica sorda e indifferente. Speriamo che l’avvento della dx porti avanti politiche favorevoli alle nascite tipo quanto fatto in Francia: basterebbe copiare senza tanti bizantinismi……
Ciao Giancarlo grazie come sempre e ti aspettiamo in sede per un saluto.
Gianluca