La manovra di bilancio per il 2020 è legge. Approvata
dalla Camera il 24 dicembre, entrerà in vigore l’1 gennaio. Ma molte norme
avranno bisogno di ulteriori decreti – oltre 70 – per diventare davvero
attuative. Altre dovranno attendere mesi per vedere la luce. Vediamone alcune.
CUNEO FISCALE
È il provvedimento più importante, se si esclude
il mancato aumento di Iva e accise sulla benzina per 23,1 miliardi. Il governo
si è limitato a stanziare 3 miliardi nel 2020 (che diventano 5 dal 2021) per
tagliare le tasse sul lavoro, istituendo il “Fondo per la riduzione del
carico fiscale sui lavoratori dipendenti”. Ma non si sa come (per quanti e
quali lavoratori) e da quando (si ipotizza luglio). Il ministro dell’Economia
Roberto Gualtieri dice che
“il decreto attuativo sarà varato entro gennaio”, dopo un confronto
con sindacati e imprese. E che i beneficiari “andranno oltre la platea dei
26 mila euro di reddito”, ovvero di chi già oggi prende il bonus 80 euro.
L’intento è di intercettare “redditi bassi e medi”: quindi gli
incapienti sotto gli 8 mila euro e la fascia che si trova tra 26 e 35 mila
euro.
RIFORMA DELL’IRPEF
Non se ne parla in manovra, ma è un obiettivo dichiarato del governo che l’ha messo nel programma e nella nota di aggiornamento al Def, il Documento di economia e finanza. Gualtieri assicura che una “completa riforma fiscale potrà partire dal 2021, tenendo presente il principio di progressività delle imposte”. Niente flat tax, dunque. Ma un probabile ripensamento della struttura dell’Irpef, oggi declinata secondo 5 scaglioni (che potrebbero ridursi a 3 o 4), appesantita dalle addizionali e alleggerita da detrazioni e deduzioni. La riforma dell’Irpef non è impresa da poco. Tenuto conto che il prossimo anno ci saranno altri 20,1 miliardi di clausole di salvaguardia da disinnescare, tra aumento di Iva e accise sulla benzina. Il governo Conte 2 ne ha sterilizzato 23,1 miliardi per il 2020 e altri 10 miliardi nel 2021 (riducendo il conto a 18,9 miliardi). Ma poi durante l’iter della manovra al Senato, per ridurre l’impatto delle tasse “etiche” contestate da Italia Viva (zucchero, plastica, auto aziendali), ha dovuto rialzare le accise sulla benzina per 1,2 miliardi nel 2021. Ecco dunque che la prossima manovra di bilancio, quella per il 2021, parte già con un braccio legato dietro la schiena da 20,1 miliardi.
LOTTERIA DEGLI SCONTRINI
Istituita con la vecchia legge di Stabilità per il 2017, la lotteria degli scontrini – immaginata per favorire l’emersione del nero, premiando consumatori ed esercenti – è stata da allora sempre rimandata. Il decreto legge fiscale, costola della manovra del governo Conte 2, ne prevede la partenza nel 2020 seppur differita al primo luglio. L’ammontare annuo dei premi è di 45 milioni e i premi sono esentasse, dunque non concorrono a formare il reddito. Ma i contribuenti, per partecipare alle estrazioni (mensili e annuali, oltre a quelle speciali per chi paga con strumenti elettronici), dovranno dotarsi di un “codice lotteria” – anziché comunicare il codice fiscale, come si fa per l’acquisto dei farmaci – che andrà definito e regolamentato da uno specifico provvedimento attuativo dell’Agenzia delle entrate. L’Agenzia poi predisporrà sul suo sito un “portale Lotteria”. In questa sezione il contribuente potrà anche segnalare al Fisco l’esercente che al momento dell’acquisto si è rifiutato di accettare il codice lotteria, rischiando una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro (ma c’è una moratoria delle sanzioni per i primi 6 mesi di applicazione della lotteria, dunque per tutto il 2020). Grazie alla lotteria degli scontrini, l’erario punta a recuperare dall’evasione un po’ di gettito. Entrate molto timide però: 2,72 milioni nel 2020, 5 milioni nel 2021 e 4,5 milioni nel 2022.
BONUS BEFANA
Previsto dalla manovra e complementare alla lotteria degli scontrini (inserita nel decreto fiscale), il bonus Befana scatterà il 6 gennaio 2021. Nessun dettaglio è al momento disponibile. In legge di bilancio il governo si limita a istituire un Fondo da 3 miliardi per il 2021 e altrettanti per il 2022. Il premier Conte ha di recente dichiarato che il premio – definito dalla norma “rimborso in denaro” – potrà arrivare a 2 mila euro a testa (in precedenza si era limitato a un range tra 200 e 1.000 euro). In base a quali modalità? Le “forme di adesione volontaria” e “i criteri per l’attribuzione del rimborso” – anche “in relazione ai volumi e alla frequenza degli acquisti” – saranno individuati da un decreto del ministro dell’Economia da adottare entro il 30 aprile 2020 e solo dopo aver sentito il Garante per la privacy. Sarà questo decreto a svelare ogni dettaglio, compreso l’elenco degli strumenti di pagamento elettronici e le attività che permetteranno l’attribuzione del bonus. Sebbene la filosofia sia la stessa – lotta all’evasione, emersione dal nero, disincentivo al contante – il bonus Befana differisce dalla lotteria degli scontrini perché non è un’estrazione a premi, ma un “cashback”. Ovvero la restituzione di una (piccola) quota delle spese effettuate l’anno precedente. Vedremo quali e se saranno ricomprese anche le fatture dell’idraulico e del parrucchiere.
TASSE ETICHE
Sono state ridotte, ridimensionate, spostate nel calendario. Ma ci sono, anche se per essere attuate avranno bisogno di provvedimenti esplicativi. La sugar tax, sulle bevande zuccherate – 0,10 euro al litro sui succhi e i soft drink – entrerà in vigore da ottobre 2020 e porta nelle casse dello Stato 58 milioni il prossimo anno, 233 milioni dal 2021. La plastic tax – 45 centesimi al chilo (era 1 euro nella versione iniziale della manovra) – sarà operativa dal prossimo primo luglio e colpirà tutti gli involucri e imballaggi di plastica, incluso il tetrapack. Esclusi i prodotti in plastica riciclata o composti da più materiali con una componente in plastica inferiore al 40% e i prodotti sanitari, come le siringe. Il gettito per lo Stato sarà di 140 milioni nel 2020 e 462 milioni nel 2021. La tassa sulle auto aziendali alla fine è stata fortemente rivista.
Fonte: Repubblica