Più in generale, il testo circolante in queste ore prevede l’annullamento automatico, ossia senza che il contribuente debba fare nulla, dei debiti per cartelle non pagate fino a mille euro entro il 31 dicembre 2018.
Si tratta, in sostanza, si legge nel testo, “di debiti di importo residuo – comprensivi – di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni, risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2010”.
L’operazione (che per i contribuenti è gratuita) costerà allo Stato 524 milioni dal 2019 al 2023.
La procedura
Il meccanismo delineato dal decreto consiste nella cancellazione d’ufficio dei debiti (di importo residuo fino a mille euro), calcolati alla data di entrata in vigore dello stesso.
Nell’importo saranno computati sia la sorte capitale che gli interessi e le sanzioni. Le partite debitorie, in ogni caso, devono essere state poste in riscossione tra il 1° gennaio 2001 e il 31 dicembre 2010.
Dovrà essere direttamente l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a trasmettere ai singoli enti creditori l’elenco delle quote annullate attraverso flussi telematici.
Debiti esclusi dallo stralcio
Saranno esclusi tuttavia dalla cancellazione i carichi recanti somme dovute per particolari tipologie di debiti (come, ad esempio, Iva riscossa all’importazione, ecc.) il cui valore complessivo, rispetto al valore dell’intero magazzino dei crediti non riscossi, è comunque residuale.
Nessun rimborso, inoltre, è previsto per le somme già versate dai debitori, che saranno considerate definitivamente acquisite. Mentre le somme versate dalla data di entrata in vigore del decreto e la fine dell’anno saranno imputate alle rate da corrispondere per altri debiti eventualmente (già) inclusi nella definizione agevolata, ovvero, in assenza, saranno rimborsate.
Gli effetti della sanatoria
Secondo i tecnici dell’esecutivo, gli effetti della sanatoria dei mini-debiti comporteranno un minor gettito di 524 milioni di euro sino al 2023.
La stima è stata effettuata prendendo a riferimento i dati delle riscossioni attualmente consuntivate per la definizione agevolata prevista dall’art.6 del DL 193/2016, da cui si rileva che circa il 3,5 % del volume complessivamente riscosso è relativo a carichi di importo fino a 1000 euro, affidati dagli enti creditori oltre 8 anni prima della presentazione, da parte del debitore, della dichiarazione di adesione alla predetta misura.
Ratio dell’operazione, “valutata in primo luogo in termini di impatto sul gettito atteso già stimato”, è in sostanza, quella di eliminare i piccoli crediti, alquanto “anziani” (oltre 8 anni appunto) che alla luce delle numerose “rottamazioni” succedutesi negli anni scorsi, non sono stati saldati dai contribuenti e che è improbabile pensare che saranno pagati in futuro.
Fonte: studiocataldi.it (autrice Marina Crisafi)