Una falsa comunicazione Inps inviata tramite e-mail ha tratto in inganno numerosi utenti, che credevano di essere stati contattati dall’Istituto in merito alla fruizione degli ultimi bonus Covid approvati, ma in realtà sono stati truffati. L’inganno sfrutta il cosiddetto sistema di phishing, ma questa volta gli hacker sono andati ben oltre il semplice utilizzo della grafica e del logo ufficiale Inps.
Nuova truffa del bonus Covid, come funziona
Una mail contenente un allegato, che invita a scaricare e compilare un modulo per avere accesso alle agevolazioni approvate dal Governo per far fronte all’emergenza Covid: in questo modo è strutturata la falsa comunicazione Inps che ha tratto in inganno numerosi contribuenti nelle ultime settimane.
Peccato però che, scaricando il documento, l’utente permette ai malintenzionati di avere accesso alle proprie informazioni sensibili, che in questo modo verranno rubate e usate in maniera fraudolenta.
Come riconoscere la falsa comunicazione Inps
Queste truffe, come accaduto già in passato, solitamente sfruttano l’immagine di Enti ed Istituti pubblici/governativi per ingannare le vittime. Il logo Inps, un indirizzo di posta elettronica simile a quello ufficiale, link e documenti che quasi nella totalità assomigliano a quelli governativi.
Quest’ultima truffa del bonus Inps, utilizza un falso indirizzo di posta elettronica certificata (molto simili agli indirizzi PEC Inps) e si basa sull’invio di mail – fasulle – che riportano la firma di un funzionario Inps. Questa volta, come accennato sopra, gli hacker si sono spinti oltre perché la persona in questione esiste davvero e lavora veramente per l’Istituto.
L’Inps, per questo motivo, ha esortato tutti a diffidare da mail, sms e qualsiasi tipo di comunicazione che invita a scaricare allegati, poiché si tratta spesso di truffe finalizzate a sottrarre fraudolentemente i dati dell’utente (anagrafici o relativi a carte di credito, conti bancari o postali).
Qualsiasi tipo di informazione riguardante le agevolazioni, i contributi e i bonus erogati dall’Istituto, infatti, sono consultabili esclusivamente accedendo al portale ufficiale (www.inps.it).
E-mail, sms, app e social network che invitano a cliccare su link esterni o a scaricare documenti, oggi più che mai, rappresentano un rischio.
Fonte: QuiFinanza.it