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Sala fitness chiusa nel 2018, ma Veritas continua a chiedere il pagamento della Tari. L’incredibile storia dell’ex proprietaria di una palestra mestrina seguita dall’Adico

Mestre. Intrappolata nei meandri di una burocrazia che in questo caso sembra cozzare contro il buon
senso. E’ la storia, per certi aspetti grottesca e surreale, di Maria Rosaria N. proprietaria di locali in utilizzo
a una associazione Sportiva la cui sede in via Ca’ Venier a Mestre è stata chiusa nel 2018 dopo che le infiltrazioni condominiali avevano danneggiato irrimediabilmente la pavimentazione in legno. La donna, che ora si è rivolta all’Adico per farsi tutelare, si trova in un contesto kafkiano dal quale, pur forte della propria tenacia, sembra impossibile uscire. Veritas, infatti, continua a richiederle il pagamento della Tari, la tassa rifiuti, per un locale (come detto adibito a sala fitness), ospitato all’interno di un condominio (in via Ca Venier, appunto) e ormai chiuso da più di 6 anni.
L’imposta – che la donna non intende pagare proprio perché quello spazio è chiuso con tanto di
comunicazione all’Agenzia delle Entrate – ha però un contatore dell’acqua attivo, presupposto che,
secondo il regolamento della Tari, mantiene intatta la pretesa della tassa. Peccato però che, essendo il
contatore stesso condominiale, non sia possibile chiuderlo senza penalizzare gli altri condomini. Cosa fare
dunque? Basterebbe, dice Veritas, una dichiarazione dell’amministratore del condominio il quale, però, allo
stato attuale, nega il rilascio di qualsivoglia dichiarazione in quanto “non tenutovi per legge” come da lui
stesso dichiarato alla nostra associazione.
Dunque, come uscire da questo impasse? La socia dell’Adico ormai combatte da anni questa ingiustizia
accumulando in questo lasso di tempo richieste e solleciti di pagamento che lei non intende onorare e che
ormai sfiorano i 500 euro. La palestra, infatti, è chiusa dal 2018, e non essendo stato riparato il parquet, in
quanto non ancora conclusa la controversia in atto, chiudeva fiscalmente nell’anno 2021 e ovviamente
nessuno usa quegli spazi locali, tutte le principali utenze (luce e gas ) sono cessate. Il problema è dunque il
contatore idrico che, essendo condominiale, non può essere chiuso solo in uno locale, senza particolari
autorizzazioni. Che fare?
“Pensiamo che sarebbe sufficiente un’autocertificazione della nostra socia – commenta Carlo Garofolini,
presidente dell’Adico –. Con l’autocertificazione la diretta interessata si prende la responsabilità di
attestare che quei locali non vengono più utilizzati. Le altre utenze sono state tutte chiuse, lo stop
dell’attività è stato comunicato all’Agenzia delle Entrate. L’amministratore non è obbligato a rilasciare una
qualsivoglia dichiarazione. La domanda dunque sorge spontanea. Cosa deve fare la nostra socia – prosegue
il presidente dell’associazione – per bloccare una volta per tutte queste richieste di pagamento e per
cancellare ovviamente quelle precedenti? Noi abbiamo scritto più volte a Veritas la quale, com’è naturale,
ci ricorda il regolamento legato alla Tari. Noi però la guardiamo da un altro punto di vista. Perché una
cittadina che possiede un immobile commerciale in cui non si svolge più alcuna attività, deve ricevere
regolarmente la richiesta di pagamento di una tassa rifiuti, quando non ne produce neanche mezzo visto
che in quel luogo non ci entra da anni? Solo perché il contatore dell’acqua è condominiale? Ma davvero
non si può trovare una soluzione per chiudere questa odiosa querelle? A parte – ricorda Garofolini – che per
qualsiasi motivo totalmente estraneo alla nostra socia potrebbe anche servire l’utilizzo dell’acqua, magari
in caso di un incendio scoppiato in altri appartamenti e poi diffuso anche in quel locale precedentemente
adibito a palestra.. com’è possibile continuare a chiedere il pagamento di una imposta assolutamente non
dovuta? Lanciamo un appello a Veritas, che di sicuro segue i regolamenti con certosina rettitudine.
Possiamo trovare un modo per chiudere questa annosa vicenda, prima che la nostra socia si trovi cartelle
esattoriali totalmente fuori da ogni logica e da ogni raziocinio? Noi siamo convinti di sì. attendiamo risposte
dall’azienda”.

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