I giovani italiani bamboccioni. Anzi no, i giovani italiani sono pronti a lasciare in massa l’Italia per trovare lavoro: e allora altro che bamboccioni, zaino in spalla e via a cercar fortuna. La visione semplificata del futuro del Paese passa spesso attraverso questo bipolarismo. Secondo una recente ricerca Eurostat, il 46% degli italiani tra i 25 ed i 34 anni vive ancora a casa con i genitori, situazione che parrebbe dar ragione alla poco lusinghiera etichetta di bamboccioni, appioppata tempo fa ai giovani del Belpaese da un ministro dell’economia. D’altra parte, invece, altri dati raccolti dall’Istituto Toniolo e dall’Università Cattolica dicono che il 90% dei ragazzi è convinto che espatriare sia fondamentale per avere successo: sei su dieci sarebbero pronti a farlo su due piedi. Il portale Kijiji.it segue questa seconda tendenza e censisce 15mila annunci di beni in vendita o regalo “causa trasferimento all’estero”: il 14% in più rispetto all’anno scorso. “Sul lato delle ricerche, una ogni 28 secondi include la chiave ‘estero'”, spiega il portale. “Ma in un quadro generale di flussi migratori dai contorni drammatici e sullo sfondo di una situazione politico-economica interna che penalizza le nuove generazioni, chi sono gli italiani che mollano tutto e abbandonano la madrepatria? Il 27% degli annunci dove l’inserzionista dichiara apertamente che sta per trasferirsi oltreconfine viene pubblicato in Lombardia. Segue il Lazio staccato al 12% cui si accoda la Toscana con il 9% in ex-equo con la Campania, regione che esporta più teste tra quelle del Mezzogiorno. Troviamo poi il Piemonte con il 7% e chiude la top 5 l’Emilia Romagna con il 6%”. Le categorie calde “sono ovviamente quella delle Case messe in vendita o in affitto 28%, seguono i Motori 16% probabilmente per le difficoltà di trasportare e re-immatricolare un veicolo altrove. Al terzo posto c’è la categoria Lavoro (14%) dove si vendono o danno in gestione attività commerciali già avviate, poi sorprendentemente compare l’Elettronica in cui si vendono principalmente TV e console (13%) che supera l’Arredamento (11%) e le Attrezzature Sportive (3%)”.
Fonte: repubblica.it