L’annuncio è arrivato direttamente dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “Quest’anno io mi sono preso la responsabilità enorme, e ho preso un sacco di critiche chiaramente da tutti, perché il canone è rimasto in bolletta. Ma diventa chiaro che dalla bolletta il canone Rai dovrà uscire e quindi l’anno prossimo bisognerà trovare un altro strumento”. Insomma, è possibile che nel 2023 il canone esca dalla bolletta. Una notizia che farà felici molti utenti ma che sicuramente darà nuovo lavoro agli uffici dell’Agenzia delle Entrate, perché l’evasione del balzello prima dell’inserimento in bolletta era altissimo. Qual è dunque la vera soluzione? “Come facciamo da tempo, chiediamo che questa tassa venga direttamente abolita – commenta in merito Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. La Rai è una rete pubblica non una pay-tv anche se ci viene continuamente detto, rifacendosi a una norma del 1938 quando esisteva solo la radio, che il canone è una imposta sul possesso di un apparecchio tanto che deve essere pagata anche quando i canali Rai non sono visibili, come sta accadendo da marzo in molte zone dell’Italia. Ormai l’offerta in tv e sullo streaming è vastissima, molti cittadini non guardano più Mamma Rai, preferiscono pagare per piattaforme on line come Netflix, Sky, Amazon prime che fra film, fiction e documentari non fanno mancare nulla ai propri spettatori (e senza o con pochissima pubblicità). Senza contare che propongono promozioni economicamente più vantaggiose del canone. Paghiamo questa tassa da 85 anni, sarebbe giunta l’ora di trovare altre soluzioni per finanziare i programmi Rai sui quali, fra l’altro, la pubblicità non manca, anzi. Per non pagare più il canone -. conclude Garofolini -, gli spettatori sarebbero sicuramente disposti a sorbirsi un maggior numero di promozioni. Certo, se andiamo ancora avanti con questa balla che il canone è una tassa sul possesso dell’apparecchio e non per finanziare i programmi Rai, allora continueremo a pagarla anche per i secoli futuri”.