IL GOVERNO “SALVA” QUATTRO BANCHE COMMISSARIATE. GAROFOLINI: “QUAND’E’ CHE SI ADOTTERANNO PROVVEDIMENTI PER TUTELARE I RISPARMIATORI?”

Mentre l’ Adico sta seguendo ormai decine di casi di risparmiatori rimasti spiazzati dal comportamento di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il consiglio dei ministri vara un provvedimento per salvare quattro banche italiane commissariate.  CariFerrara, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti potranno continuare ad operare grazie a 3,6 miliardi di euro a carico del sistema bancario grazie a una opertazione che, sottolineano dal Governo, «consente di dare continuità all’attività creditizia – e ai rapporti di lavoro – tutelando pienamente i correntisti, non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione ed esclude il ricorso al bail in», ovvero al salvataggio delle banche in difficoltà con i fondi di azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100.000 euro. “Non voglio entrare nel merito del provvedimento, – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’ADico – dico solo che mi piacerebbe che i nostri governi, sempre solerti quando c’è da salvare una banca, fossero altrettanto attenti e tempestivi nel tutelare i risparmiatori che invece vedono sfumare i propri investimenti a causa degli istituti di credito stessi. Noi stiamo seguendo una quarantina di casi di Veneto Banca e Bpv, tutte persone che hanno fatto mille sacrifici per acquistare le azioni di quei due istituti. C’è chi ha investito 10 mila euro e chi anche 150, 170 mila euro. Ripeto, risparmi di una vita. Chi tutela queste persone? I governo no di certo, allora ci devono pensare le associazioni dei consumatori come la nostra, che ha già messo in campo varie azioni per tutelare gli interessi dei propri associati”. Il provvedimento per il salvataggio della banche è stato oggetto di un lungo braccio di ferro con l’Unione Europea, che ha sempre visto il ricorso al fondo interbancario per la tutela dei depositi come una forma di aiuto di Stato. L’operazione prevede il ricorso al fondo di risoluzione attraverso la nascita di 4 nuovi istituti (nuovi anche nella denominazione) ripuliti di tutti i crediti in sofferenza e quindi in grado di operare da subito in condizioni migliori di prima, senza soluzione di continuità. Le 4 nuove banche `buone´ saranno provvisoriamente gestite, sotto la supervisione dell’Unità di Risoluzione di Bankitalia, da amministratori da questa designati: in tutti e quattro i casi la carica di presidente è rivestita da Roberto Nicastro, ex direttore generale di Unicredit. I crediti in sofferenza di tutte le quattro banche verranno invece trasferiti a una unica bad bank, con il fondo di risoluzione che garantirà questa misura concernente gli attivi deteriorati rafforzando ulteriormente i bilanci delle banche ponte.

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