Aiuti alle famiglie: cosa cambia adesso e chi ci guadagna

L’Assegno unico universale è stato introdotto poco più di un anno fa, a marzo 2022, e il bilancio dell’Inps è positivo: con un budget annuo di 20 miliardi di euro la misura è servita per il sostegno familiare di oltre 9,6 milioni di giovani fino a 21 anni. E l’importo medio si aggira attorno ai 168 euro mensili per ogni figlio. Il dato è stato recentemente fornito dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico nel corso di un seminario.

Assegno unico: nel 2023 più sostanzioso

L’Assegno unico universale, ha detto Tridico, è “uno strumento importante, rafforzato in legge di Bilancio per spingere la natalità che per il nostro Paese è un grave problema”. Quello della denatalità è un cruccio annoso per l’Italia: nel 2021 sono nati 400.249 bambini, l’1,1% in meno rispetto al 2020 (-4.643). E nel 2022 ne sono nati 392.598, 7.651 in meno rispetto al 2021 (-1,9%).

L’Assegno, ha puntualizzato il presidente dell’Inps, è uno strumento che “arriva a tutti, disoccupati, poveri, subordinati e parasubordinati”, una peculiarità rispetto a misure precedenti. Ma non basta: per invertire la curva della denatalità occorre integrare l’Assegno con con altre forme di sostegno alle famiglie. Recentemente il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha proposto di detassare le famiglie con almeno due figli.

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L’Assegno unico è uno strumento che il governo Meloni ha inteso rafforzare aumentandone gli importi tramite norme inserite nella legge di Bilancio 2023. L’Assegno unico universale è stato solo uno dei sostegni alle famiglie messi a disposizione dal nuovo esecutivo. Con l’impennata dei prezzi gli italiani, e in particolar modo le famiglie, si sono trovate a combattere un caro vita ancora più mordace.

Assegno unico e detassazione

“È chiaro che dobbiamo in qualche modo immaginare di mettere in campo un’azione shock”, ha detto Giorgetti. Il quale ha poi aggiunto che secondo lui non è “neanche il caso di parlare di incentivi alla natalità, ma di eliminare disincentivi alla natalità: non possiamo tassare allo stesso modo chi è single è chi ha una famiglia con figli perché evidentemente chi ha dei figli ha dei costi, e sopporta dei costi, che in qualche modo alterano il concetto, tanto caro a tanti qui presenti, della progressività del carico fiscale”.
“Non sono così sciocco da pensare che solo un incentivo fiscale possa produrre un significativo effetto sulla natalità”, ha concluso il ministro.

Assegno unico unito a detassazione, dunque. Su questo punto si sofferma il presidente dell’Inps Tridico: “Non penso che la proposta del ministro Giorgetti sia alternativa all’assegno unico, anzi rafforza il sostegno alla famiglia, misure del genere esistono anche in altri paesi come la Francia”.
Per Tridico una possibile strada è quella di “pensare a strumenti combinati: detassazione, assegno unico, servizi. Anche perché i dati ci mostrano che dove i tassi di natalità sono alti anche l’occupazione femminile è alta. Dobbiamo combinare politiche di fiscalità, servizi e sostegno al reddito”.

Dal Pnrr sostegno alla famiglia

È lo stesso Piano nazionale di riforme, che accompagna il Def, a chiedere di irrobustire assegno unico e misure a sostegno di famiglie con figli piccoli o numerose. E nel Pnrr stesso viene stabilito che il 5% delle risorse vadano impiegate per le famiglie anche al fine di conciliare vita familiare e lavoro, in particolare quello femminile.

Sul tavolo di Giorgetti sono allo studio diverse misure, come quoziente famigliare e sconti sull’Irpef. La sfida è grande, ma le coperture di bilancio sono limitate.

Fonte: QuiFinanza.it

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