Mestre. Le prime comunicazioni erano arrivate ai diretti interessati ancora lo scorso maggio, con un messaggio alquanto inquietante: ““Le sostanze chimiche contenute nei dispositivi di gonfiaggio prodotti dalla società Takata potrebbero deteriorarsi nel tempo, esponendo guidatore e passeggero al rischio di rottura del dispositivo stesso con una forza eccessiva in caso di incidente, in grado di provocare gravi lesioni o morte” Da qui la necessità di “sospendere immediatamente la guida del suo veicolo”. Al centro della questione, gli airbag prodotti dall’azienda giapponese, risultati pericolosissimi per il guidatore. Ora, finalmente, Citroen, la principale Casa automobilistica dotata di quei sistemi, ha iniziato a convocare gli automobilisti per sostituire i pezzi difettosi.
“Il nostro ufficio legale – commenta carlo Garofolini, presidente di Adico – sta seguendo circa una decina di persone. Tutti soggetti che attendono da mesi di essere chiamati per sostituire gli airbag. Un intervento più che urgente anche considerando che a luglio quel sistema di gonfiaggio difettoso ha provocato la prima vittima italiana, una giovane calabrese. Ora la situazione appare sbloccata ma i disagi per chi in teoria non ha potuto più utilizzare il proprio mezzo per così tanto tempo, sono stati enormi e dovrebbero essere quantificati e risarciti a livello economico”.
Allo stato attuale Citroen ha convocato metà dei soci seguiti dall’Adico specificando come funziona la procedura che contempla “l’emissione di un codice voucher da consegnare al riparatore autorizzato prescelto, al fine di effettuare la campagna di ammodernamento”.
Adico in queste settimane ha svolto un pressing sia legale che mediatico per spingere verso un’accelerazione degli interventi. Il problema, però, è sempre statala mancanza dei pezzi di ricambio.
“In alcuni casi – conclude Garofolini – abbiamo chiesto per i nostri iscritti la consegna dell’auto di cortesia, per ovviare all’impossibilità di muovere il proprio mezzo. Citroen ha risposto che il riparatore autorizzato farà del suo meglio per cercare di fornire, nel più breve tempo possibile ed in base alle disponibilità, una soluzione di mobilità. Specificando poi che il numero di richieste è altissimo. Insomma, del caso Takata si sentirà parlare ancora a lungo”.