Iva, imposte, oneri di sistema. Se gli italiani pagano bollette di luce e gas così alte la colpa non è (solo) del fornitore, che a volte applica prezzi folli, ma anche delle tasse, molto impattanti sulle fatture inviate agli utenti.
Adico ha analizzato una 50ina di fatture appartenenti a clienti Enel Energia che a inizio 2024 hanno ricevuto fatture del gas esorbitanti, a causa di una tariffa passata da qualche decina di centesimi al metrocubo a 2,43 euro, una follia che ha scatenato le proteste degli utenti e che ha fatto intervenire le associazioni dei consumatori, ancora in lotta con l’azienda per far riconoscere ai diretti interessati importi più sostenibili.
In questo caso, spiega Carlo Garofolini, presidente di Adico, “siamo ancora in attesa del pronunciamento dell’Autority sulla possibilità che venga riconosciuta, secondo noi legittimamente, una pratica commerciale scorretta da parte dell’azienda proprio in relazione ai rinnovi dei contratti. Poi attendevamo il 17 luglio la sentenza del Tar del Lazio che doveva pronunciarsi circa un ricorso della stessa Enel Energia contro una maxi multa inflitta ancora a novembre dall’Autority per modifiche unilaterali del rapporto con il cliente. Anche quella sentenza può risultare determinante per l’esito finale della querelle. Eppure, allo stato attuale non ci risulta sia giunta nessuna delle due decisioni. Nei prossimi giorni valuteremo al meglio la situazione, anche alla luce delle tante persone che si sono affidate a noi, e decideremo sul da farsi”.
Per quanto riguarda le imposte, l’analisi delle fatture non lascia spazio e interpretazioni. “Fra iva, oneri di sistema e altri tipi di oneri – conferma Garofolini – le tasse compongono fino a un quinto dell’importo totale. Abbiamo calcolato che gli utenti che si sono rivolti a noi per le fatture esorbitanti del gas di Enel Energia hanno pagato fra il 15 e il 20% di tasse. E c’è da considerare una cosa. In parte queste bollette contengono ancora l’va agevolata al 5%, introdotta dal governo Draghi nel 2022, con la legge di bilancio. Da gennaio 2024 l’agevolazione non esiste più e l’iva è tornata all’aliquota ordinaria: 10% per gli usi civili entro i 480 Smc/anno, 22% per tutti i casi restanti. Questo è il principale motivo per cui molti stanno ricevendo fatture più alte dell’anno passato e sono convinti che dipenda dallo stop al mercato tutelato, invece l’aumento è legato appunto al ritorno dell’Iva ordinaria”.
Abbassare le imposte sulle bollette deve diventare dunque una priorità per aiutare i cittadini ad affrontare una quotidianità fatta ancora di stipendi bassi e inflazione alta in alcuni comparti, come i prodotti alimentari.
“I cittadini pagano troppe tasse dirette e indirette – sentenzia Garofolini – a fronte di servizi spesso non adeguati. Crediamo sia giusto, come fatto nel 2022, intervenire ancora sull’iva riportandola al 5% sul gas, soprattutto per i prossimi mesi, quando verrà acceso il riscaldamento. Al di là dell’onestà dei fornitori e delle possibili offerte nel mercato, un vero aiuto può arrivare solo dalla politica e dalla riduzione delle imposte sulle fatture di luce e gas”.