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Chiede il trasloco della linea telefonica e si ritrova con la doppia fatturazione. La surreale vicenda di un pensionato veneziano

Venezia. Essere anziani, in tempi tecnologici come questi, non è facile. Soprattutto se la controparte ne approfitta. Come è successo a R.P., 80enne veneziano, vittima di un meccanismo che non conosceva e che lo ha costretto a subire per una decina di mesi gli effetti di una doppia fatturazione inattesa e inizialmente inspiegabile.

La vicenda si snoda nel centro storico, dove l’anziano risiede da sempre. L’uomo, circa un anno fa, ha deciso di vendere il proprio immobile per trasferirsi in un’altra casa, sempre a Venezia. Proprio per questo, fra le tante pratiche, ha richiesto alla Vodafone il trasloco della linea telefonica per mantenere lo stesso numero del “fisso” nel nuovo alloggio. Per effettuare l’operazione ha scelto di rivolgersi a un negozio della compagnia in modo da raffrontarsi con una persona fisica e non con un call center. Nel punto vendita, il pensionato ha spiegato la situazione ed è stato invitato a firmare alcuni moduli. Dopo di che si è congedato ed è tornato a casa. Nei mesi successivi si è però accorto che non era avvenuto alcun trasloco di linea e che, anzi, l’operatore telefonico gli addebitava due fatture, una per il numero vecchio e una, appunto, per un nuovo numero fra l’altro intestato alla moglie. Dopo molte telefonate al call center, ma dieci mesi dopo essersi trasferito nella nuova abitazione, l’anziano ha scoperto l’arcano e ha chiesto l’immediata disattivazione della nuova linea. Ovviamente, avendo sborsato centinaia di euro a causa del mancato trasloco, l’80enne veneziano si è rivolto al Co.Re.Com. tramite l’Adico, con lo scopo di ricevere l’adeguato rimborso. Risultato? “All’audizione – spiega carlo Garofolini, presidente dell’Adico – i referenti della Vodafone ci hanno spiegato che non spetta ai negozi procedere con il trasloco della linea perché nei punti vendita si compiono solo operazioni commerciali. Peccato, però, che al nostro socio nessuno dei commessi abbia riferito questo meccanismo. Anzi, l’anziano ha di fatto firmato un nuovo contratto convinto di firmare i moduli per il trasloco della linea. La circostanza, però, non è dimostrabile anche perché all’anziano non è stato lasciato alcun foglio. Quindi la Vodafone non ha riconosciuto il rimborso richiesto”.

La vicenda apre le porte a un tema fondamentale di questi tempi che riguarda la correttezza e la trasparenza delle pratiche commerciali soprattutto con le persone di una certa età che hanno meno dimestichezza con questi mondi. “Nel caso in questione – conclude Garofolini – non so quanta gente sia al corrente che i negozi di telefonia non si occupano delle pratiche burocratiche ma solo commerciali. Ci auguriamo che si sia trattato solo di un malinteso e non di un contratto fatto siglare in modo furbesco e sleale. E insistiamo affinché venga riconosciuto al nostro socio il rimborso per l’ingiusta doppia fatturazione”.

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