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La riduzione dei tassi di interesse? Inutile spot elettorale. Adico: “dal 2022 mutui raddoppiati. Lo sconticino di 18 euro al mese è solo una presa in giro”. Oggi intervento dell’associazione al Tg3 Veneto

Presentato in pompa magna, chiaramente a pochi giorni dalle elezioni, arriva il taglio di un quarto di punto dei tassi di interesse sui mutui. Ma quale sarà davvero l’effetto sulle famiglie con un finanziamento a tasso variabile per l’acquisto di una prima casa? Pressochè nullo, e variabile fra i 18 e i 20 euro in meno al mese. Meglio che niente, si dirà. Ma, in realtà, questo ribasso risulta del tutto ininfluente per le tantissime famiglie che dal 2022 si sono viste raddoppiare la rata mensile “grazie”  ai dieci, scellerati aumenti dei tassi decisi dalla Bce per contenere gli effetti dell’inflazione.

Adico ha monitorato costantemente, passo dopo passo, gli impatti degli aumenti soprattutto sulle giovani coppie venete che hanno scelto un mutuo variabile per comprare una abitazione dove vivere cercando, magari, di crearsi una famiglia. E, analisi dopo analisi, rialzo dopo rialzo, si è arrivati a un risultato a dir poco inquietante che non verrà cerro assorbito da questo piccolissima riduzione, fra l’altro obbligatoria visto che in effetti l’inflazione si è decisamente abbassata, ma soprattutto per la diminuzione dei prezzi energetici (il carrello della spesa, per esempio, resta ancora vittima di rincari molto impattanti sui portafogli delle famiglie”.

Oggi il Tg3 ospiterà l’intervento del presidente Carlo Garofolini, proprio in relazione a questo leggerissimo ribasso dei tassi. Confermandone la sostanziale inutilità.

“Per una famiglia con mutuo a tasso variabile da oltre 100 da restituire in 20, 25 anni – è l’intervento del presidente – il risparmio mensile sarà irrisorio rispetto all’incredibile batosta subita negli ultimi anni. Abbiamo calcolato che in due anni per molti nuclei, soprattutto di giovani coppie, la rata è passata da 500 a .1000 euro. E’ chiaro che questi 18 euro di riduzione non serviranno a nulla. Ora bisogna procedere a spada tratta con ulteriori ribassi. Ma devono essere veloci, immediati, come sono stati i rialzi degli ultimi anni. L’inflazione si è abbassata grazie alla crescita dei tassi di riferimento? Noi, pur non essendo economisti, non ne siamo per nulla convinti. Chiediamo alla Bce: cosa se ne fanno di questo 0,15% in meno le famiglie che hanno dovuto saltare rate su rate e ora rischiano il pignoramento della casa? Senza contare che già si parla, ora, di una prossima nuova infiammata dell’inflazione. Ritorneremo ad alzare i tassi? Ovviamente a pochi giorni dalle elezioni europee questo annuncio avrà un sicuro effetto. Ma noi pensiamo che il peccato sia all’origine. I dieci aumenti dal 2022 hanno messo in ginocchio tante famiglie. Cosa se fanno ora di questa piccola riduzione? E che fine hanno fatto le pompose promesse elettorali del governo, da Salvini a Meloni, che avevano annunciato se non gridato che avrebbero tassato gli extraprofitti della banche per aiutare le famiglie in difficoltà proprio per l’aumento dei mutui a tasso variabile per chi ha comprato una prima casa? Ai poste3ri l’ardua sentenza”.   

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