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L’inflazione ha reso povere 17 mila famiglie venete. “Adico: “situazione drammatica”.

Tanto prevista quanto sgradita, arriva dall’Istat la conferma di quanto era evidente dalla tante analisi economiche realizzate da molte realtà, fra cui la nostra. Di fatto, l’istituito di statistica certifica con i numeri che il Paese si è impoverito, a causa soprattutto dell’inflazione. Il dato è figlio, come detto, dei rincari ma non solo. Anche la quasi totale cancellazione del reddito di cittadinanza può aver fatto sentire i primi effetti già a fine dello scorso anno e in particolare al Sud.

Proiettando i dati 2022 sul Veneto con i relativi adeguamenti, Adico stima che nella nostra regione siano circa 164 mila le famiglie in povertà assoluta, il 7,7% del totale. Un anno prima, pre-bolla inflazionistica, erano 17 mila in meno, il 6,9%. D’altra parte, la nostra associazione ha più volte effettuato rilevazioni territoriali per definire l’impatto dei rincari sul portafoglio delle famiglie residenti nelle province venete, scoprendo che la spesa mediana mensile è salita di circa 200 euro rispetto al 2021, trainata da bollette e carrello della spesa. L’effetto si può tradurre così: nel 2022 ogni nucleo ha impegnato poco meno due stipendi medi da 1.200 euro netti per affrontare l’inflazione. Anche se sempre l’Istat ha accertato che, come difesa, molti consumatori hanno tagliato le spese anche su voci importanti come la salute.

In questi giorni Adico sta studiando anche le proiezioni del 2023 che non sono per nulla buone. L’inflazione infatti rallenta ma non si ferma con aumenti costanti rispetto ai prezzi già alle stelle dell’anno precedente.

“I dati dell’Istituito di statistica sono inquietanti ma scontati – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Il governo sta cercando soluzioni per attenuare questo trend nefasto ma finora con scarsissimi risultati e una politica dei bonus a pioggia che ha lo stesso effetto dell’aspirina con il cancro. La carta dedicata a te è stata un fallimento, il trimestre anti-inflazione si sta rivelando un flop. Bene il taglio del cuneo fiscale perchè l’unico modo per affrontare la situazione è aumentare gli stipendi. ma continua a essere un i9ntervento non strutturale e costosissimo che necessita di tagli in altri settori. Il conflitto israelo-palestinese, poi, è destinato a peggiorare la situazione. Se va avanti così il prossimo anno i dati sulla povertà saranno ancora più drammatici”.

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