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Luce e gas, occhio al rinnovo dei contratti: quando conviene cambiare

Tutto ha una scadenza, anche i contratti di luce e gas. A metà novembre Antitrust ha multato sei società di energia per aver modificato i prezzi al rialzo – durante il periodo in cui la legge lo vietava – nascondendosi dietro “rinnovi” di contratti che non avevano alcuna data di scadenza.

Spesso però la data è chiara, scritta nero su bianco e la scadenza viene rammentata tre mesi prima, come prevede la normativa. Ma siamo noi a essere disattenti e a dimenticarcene. Secondo l’osservatorio di Switcho – il servizio digitale che aiuta i suoi utenti a risparmiare sulle spese di luce, gas, telefonia e assicurazione -, quando l’operatore manda la proposta di rinnovo il 70% dei clienti non controlla neanche le nuove condizioni economiche. I più disattenti sono donne e uomini under 30, seguiti dalla fascia d’età 30-40 anni.

Una disattenzione che può costare cara. Se per tutto il 2022 ogni rinnovo era sinonimo di aumento delle tariffe, oggi non è più necessariamente così. Ma non esiste una regola, ogni contratto è diverso, quindi: attenzione. Secondo la rilevazione fatta da Switcho, infatti, cambiando fornitore alla scadenza e scegliendo l’offerta più conveniente sul mercato, un consumatore tipo (con consumi di 2020 kWh annuali per la luce e 940 metri cubi per il gas) può risparmiare in media 270 euro l’anno.

È una media: a diversi consumatori potrebbe capitare un’offerta di rinnovo allettante e, quindi, di restare con lo stesso operatore. In altri casi l’offerta del concorrente potrebbe essere più economica ma, ad esempio, non presentare un “bonus” per noi decisivo, come l’energia prodotta da fonti rinnovabili o un buono sconto da spendere in hi-tech o carburanti. Quello che è davvero importante è confrontare: utilizzando i portali commerciali come lo stesso Switcho oppure quello ufficiale dell’autorità di settore Arera, il portale offerte.

Per legge la proposta di rinnovo deve arrivare almeno tre mesi prima della scadenza ma “considerando che sono necessari tra i 45 e i 60 giorni per il cambio fornitore”, spiega il co-fondatore di Switcho Redi Vyshka, “l’ideale sarebbe quello di analizzare le nuove tariffe ricevute per il rinnovo almeno due mesi prima della scadenza effettiva del contratto. Rispettare queste tempistiche permetterebbe al cliente di valutare un eventuale cambio offerta in tempo ed evitare aumenti in bolletta in caso di proposte di rinnovo peggiorative”.

Perché le offerte hanno una scadenza?

Molti consumatori ce lo chiedono. Le società di energia presentano le proprie offerte come annuali o – più raramente – biennali per tutelarsi dagli sbalzi del mercato. Se ad esempio oggi un gestore del gas offrisse una tariffa molto economica di durata illimitata, tra qualche anno potrebbe ritrovarsi a pagare la materia prima a prezzo triplo rispetto a quello di vendita, rischiando il fallimento. “Il mercato dell’energia è sempre stato molto dinamico” continua Vyshka, “e la scadenza a 12 o 24 mesi serve proprio per permettere ai fornitori di allineare le tariffe al contesto di mercato”. Altre volte invece gli operatori modificano le condizioni “fino a diversa comunicazione”, un metodo meno trasparente perché non dà riferimenti temporali al cliente. E proprio muovendosi in queste nebbie, nei mesi scorsi, diversi operatori hanno piazzato degli aumenti monstre in bolletta.

Fonte: Repubblica.it

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