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Nella bolletta il codice fiscale con i dati catastali di Mestre comune, il Fisco contesta tre anni di canoni non pagati a una pensionata mestrina 

Mestre. Un controllo incrociato da parte dell’Agenzia delle Entrate, una verifica attraverso il codice fiscale, et voilà, la multa è servita: tre anni di canone Rai non pagato (2017, 2018, 2019) per una somma totale di 270 euro. Sembra una normalissima storia di morosità, quella che coinvolge M.M., 71enne pensionata mestrina storica socia dell’Adico. E invece è una vicenda molto più complessa e grottesca perché legata, udite udite, all’annosa questione di Mestre Comune. Proprio così. Grazie all’intervento dell’ufficio legale dell’associazione, infatti, si è risolto l’arcano giungendo a una conclusione per molti aspetti anomala e sorprendente. Il canone, infatti, all’Agenzia delle Entrate non risulta pagato perché il codice fiscale riportato nelle bollette del fornitore, Eni, riproduce ancora il codice catastale di Mestre, F159, mentre la ricerca dell’Agenzia è avvenuta attraverso il codice del Comune di Venezia, L736. Risultato? Per il Fisco M.M. non avrebbe pagato nei tre anni indicati (sui quali sono state effettuate le verifiche) la famosa e odiatissima imposta che di fatto finanzia mamma Rai anche se la pensionata, accorta e avveduta come quasi tutte le persone anziane, ha conservato le bollette dalla quali si evince come la tassa sia stata regolarmente onorata anche negli anni incriminati.    

“A quanto pare dalle nostre ricerche – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – in questa situazione ci sono molte altre persone. Una criticità che si sta riverberando, in vari casi, anche per l’attivazione dello spid. Mestre non è più Comune autonomo da metà degli anni 20 ma solo negli anni 70 sono stati modificati i codici fiscali con il cambio del dato catastale. Naturalmente i nuovi documenti sono giunti a casa delle persone interessate, come la nostra socia. Che non ha pensato però di comunicare la novità all’Eni, suo storico fornitore. E così si è creato questo malinteso, che abbiamo subito affrontato scrivendo all’Agenzia delle Entrate e spiegando come stanno le cose anche se alcune fasi relative alle loro verifiche non ci sono ancora molto chiare. Non capiamo, per esempio, se per il Fisco la donna abbia o no un’utenza elettrica e come nasca di conseguenza la contestazione. L’importante è che venga annullata la pretesa economica”.   

La vicenda riapre ancora una volta la questione del canone e di tutta la retorica e la demagogia che ruota attorno a questo argomento. “Doveva essere abolito – ricorda Garofolini -, secondo le promesse elettorali di una parte dell’attuale maggioranza. Il canone Rai, invece, continua a essere un odioso balzello sulle teste degli italiani anche se ora è diminuito di 20 euro all’anno (da 90 a 70) facendo risparmiare agli utenti ben 1,70 euro al mese. Una farsa? Più o meno, anche perché qualcuno si è azzardato a dire che le promesse sono state mantenute. Ma la cosa che continua a stizzire molti cittadini veneziani è la totale assenza di segnale soprattutto in alcune aree della città storica. Un problema che è iniziato nella primavera del 2022 ed è proseguito, con alterne vicende, fino a oggi. Ecco perché Adico invita la Rai a esonerare dal pagamento del canone i cittadini che continuano a non vedere i canali anche dopo aver chiamato antennisti e tecnici vari che non hanno risolto il problema”. 

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