Promesse disattese e commenti fuori luogo, il premio “Pinocchio” va di diritto ai nostri politici

A chi si dovrebbe assegnare un eventuale premio “Pinocchio dell’anno” qualora venisse mai istituito? Adico, pur mantenendo l’equilibrio e l’equidistanza che si richiede a ogni associazione dei consumatori, non ha dubbi: il premio Pinocchio va ai nostri politici. Infatti, al di là della demagogia e del populismo, che potrebbero sembrare alla base di questa affermazione, sono tante, troppe le uscite quantomeno fuorvianti (usiamo un palese eufemismo) che abbiamo ascoltato in questi ultimi mesi da ogni parte politica, sia essa di destra, di sinistra o di centro. Così, per non lasciare nulla al caso, proviamo a riassumere alcune dichiarazioni che, oltre a lasciarci perplessi, hanno di sicuro disorientato molti cittadini caduti nella trappola della campagna elettorale no stop. Per scongiurare speculazioni su quanto diciamo, non indicheremo né nomi né appartenenze. Ma assegneremo le affermazioni a una generica “parte politica”.  Chi sa, sa.

Cala l’inflazione negli ultimi mesi dell’anno “grazie” alle manovre (per noi scellerate) della Bce e al crollo dei prezzi energetici. Ma una parte politica dice che il merito è del trimestre del “carrello tricolore” che, in realtà, ha prodotto zero effetti (infatti l’inflazione sui prodotti alimentari è ancora alta). Nelle ultime settimane il prezzo del carburante ha toccato quote molto basse, una parte della politica dice che è merito dei cartelli con i prezzi medi regionali. No comment. Viene confermato lo stop definitivo del mercato tutelato, dopo cinque anni di proroghe. Una parte politica la definisce come una nuova tassa, anche se la liberalizzazione è alla base della concorrenza e, quindi, dell’abbassamento dei prezzi. E così si terrorizzano un po’ di italiani e si guadagna un po’ di consenso. Parte una battaglia senza frontiere per il salario minimo, iniziativa legittima, non c’è dubbio. Ma come mai negli ultimi mesi appare come un provvedimento improcrastinabile e fondamentale per milioni di lavoratori, mentre prima non era poi così importante? Si potrebbe andare avanti ancora per molto, soprattutto considerando le promesse elettorali disattese (pensiamo per esempio alle pensioni, o a com’è finita la tassazione degli extraprofitti bancari attraverso i quali si dovevano aiutare le famiglie in difficoltà con il pagamento del mutuo).  

“Con questi pochi e trasversali esempi – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – vorremmo lanciare intanto un messaggio proprio alla politica: pensate al bene dei cittadini, non solo al vostro tornaconto elettorale. A volte mistificare la realtà per qualche voto può essere davvero dannoso. Non può essere che ogni cosa fatta o detta dalla controparte sia sbagliata, non è possibile interpretare la verità per qualche voto in più. Di contro suggeriamo agli italiani di misurare sempre con molta cautela le affermazioni di chi ci rappresenta in Parlamento e al governo. E’ palese, ormai, che la politica italiana è diventata come uno scontro fra tifosi allo stadio. Il senso critico deve essere invece alla base dei nostri giudizi se non si rischia di fare il gioco delle parti, dal quale nessuno esce mai vincitore”.   

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