Prenotare una visita specialistica nel pubblico può trasformarsi in una vera e propria impresa. Il problema è ormai noto ed è eploso in tutta la sua drammaticità soprattutto dopo il Covid. Anche riuscire a contattare il Cup può richiedere tempistiche eterne. A riprova di ciò, riportiamo qui di seguito la disavventura di una socia Adico, evitando di citare l’azienda di riferimento dato che la situazione è pressochè identica in tutte le strutture.
Il mio medico – scrive la donna – mi ha prescritto a ottobre un’impegnativa. Il giorno dopo ho iniziato a contattare il Cup senza successo. Ci riprovo tutti i giorni lavorarti ma risponde l’assistente virtuale. Digito sulla tastiera i vari numeri indicati dalla voce registrata e arrivo alla musica dell’attesa che dura all’infinito anche se dopo 40 minuti riattacco per sfinimento.
Dopo una settimana decido diutilizzare il servizio che permette di essere richiamati dopo aver digitato il proprio numero di telefono ma, inutile dirlo, alla fine nessuno mi ha mai richiamato.
Passato qualche altro giorno, mi prendo un permesso di lavoro e mi dirigo fisicamente al distretto sanitario più vicino per prenotare la visita in questione. Mi dicono però che non ci sono date disponibili e vengo messa in lista d’attesa.
Il tempo però passa e intanto nessuno mi chiama. Decido allora di contattare il Cup libera professione per vedere se privatamente riesco a prendere l’appuntamento. Ma la storia non cambia: scattaa la segreteria automatica. Scelgo di lasciare il mio numerodi telefono per farmi richiamare ma anche in questo caso nessuno mi telefona. Il gorno seguente opto per un’altra strada: invio una mail all’Urp spiegando il problema. Non mi interessava ovviamente bypassare le priorità chiedevo solo di parlare con qualcuno per prendere un appuntamento, anche fosse dopo più mesi.
Dopo poco tempo mi contatta l’operatrice dell’Urp scusandosi più volte e mi spiega le grandi difficoltà che si stanno vivendo in questo periodo confessandomi anche che è destinato a peggiorare e mi assicura che mi avrebbe fatto contattare dopo poco del Cup. E così è avvenuto. Risultato? Alla fine sono costretta a prenotare la visita a pagaamento visto che con il ticket non è possibile intravedere alcun appuntamento, nenache in là nel tempo. Costo, 120 euro.
“Purtroppo questa semplice storia è l’emblema di un servizio sanitario al collasso – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – Ogni giorno ci sono cittadini costretti a queste trafile e in molti optano poi per il privato o, se non hanno possibilità economiche, rinunciano addirittura alla visita. Gli investimenti nella sanità territoriale pubblica sono fondamentali e sappiamo che da questo punto di vista i soldi del Pnrr dovrebbero rappresentare un vero tocca sana. Ma le criticità sono tante, anche legate alla penuria di personale. Ci auguriamo che la programmazione, anche da parte della nostra Regione, sia lungimirante perché, anche con l’invecchiamento della popolazione, la questione sanitaria diventerà sempre più pressante”.