Quattro giorni (lavorativi) per disdire una visita o un esame. La protesta di Adico contro le nuove norme adottate dalle aziende sanitarie: “obiettivo condivisibile ma tempistiche eccessive”

La tac era stata fissata per lunedì 9 settembre alle 9.30. Peccato, però, che il martedì precedente, la diretta interessata, F.S., una anziana 76enne residente in provincia di Venezia, si sia rotta un’anca dopo essere caduta rovinosamente a terra attorno alle 10 del mattino. Risultato? Secondo le nuove norme adottate delle aziende sanitarie venete la pensionata avrebbe dovuto pagare lo stesso il costo della tac, poco meno di 200 euro, dato che dall’1 settembre le regole per la disdetta delle visite specialistiche e degli esami deve essere comunicata quattro giorni (lavorativi prima), invece dei canonici due.
E’ questa una delle varie segnalazioni giunte all’Adico nelle ultime settimane a causa di una normativa che, pur partendo da una ratio comprensibile, sta mettendo in difficoltà molte persone, soprattutto anziane. Nel caso specifico, la figlia di F.S., seguendo le indicazioni dell’associazione dei consumatori, ha ottenuto l’annullamento di quanto richiesto per la tac tuttavia il timore è che casi del genere possano ripetersi in continuazione.
Ma partiamo dall’inizio per elaborare un ragionamento complessivo.
Ad agosto, nei propri siti, le Aulss hanno comunicato, con diverse modalità, le nuove regole. “A partire da domenica 1° settembre – si legge nel sito di una azienda sanitaria veneta – cambieranno le condizioni per effettuare la disdetta delle prenotazioni di visite ed esami. La comunicazione della disdetta dell’appuntamento da parte dell’utente dovrà essere effettuata con un preavviso di almeno quattro giorni lavorativi dalla data fissata per la prestazione, e non più di 48 ore, per non incorrere nel pagamento dell’importo dovuto. Un cambiamento importante, che consentirà all’Azienda Sanitaria di organizzare meglio le risorse e offrire un servizio più efficiente ai cittadini: ogni visita o esame disdetto con quattro giorni di anticipo, infatti, consente di “liberare un posto” che potrà essere assegnato con maggiore preavviso a un’altra persona che ne ha bisogno. Per “giorni lavorativi” si intendono i giorni dal lunedì al venerdì, esclusi sabati, domeniche e festività nazionali e patronali”.
Come detto, il senso del nuovo regolamento è chiaro e condivisibile, viste anche le lunghe liste d’attesa che caratterizzano ormai la sanità pubblica. Se una persona disdice, paga.
“Come dimostra la disavventura della persone che si è rivolta ai nostri legali – sottolinea però Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – è evidente che le tempistiche proposte per la disdetta possano risultare assolutamente inadeguate. Qui addirittura la richiesta di disdetta della Tac è stata comunicata qualche ora dopo rispetto alle tempistiche prefissate. L’anziana è caduta attorno alle 10 di sera del martedì precedente l’esame. Fra una cosa e l’altra, la situazione si è chiarita un po’ di tempo dopo tanto che la figlia, appena ha saputo del ricovero della madre, ha chiamato il Cup per comunicare l’impossibilità di eseguire la Tac. Per fortuna l’azienda sanitaria ha subito accolto la richiesta ma di sicuro ci troveremo di fronte a molte vicende analoghe che magari andranno risolte ma non senza difficoltà. Siamo convinti – conclude Garofolini – che sia giusto governare queste situazioni considerando che, quando si salta una visita, di fatto si penalizza un’altra persona. Però i 4 giorni di preavviso, esclusi i giorni festivi, risultano davvero troppi e ingestibili per molte vicende analoghe a quella seguita dalla nostra associazione”.

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