Mestre. 164 euro di multa per essere stato pizzicato in viale della Stazione a Mestre in auto senza cinture di sicurezza. E’ questa la multa comminata dalla Polizia municipale a G.B., pensionato ed ex autista mestrino, così come comunicato lunedì scorso al diretto interessato dal Giudice di Pace, al quale l’uomo si era rivolto per contestare la sanzione. E allora? Si dirà. Che ci sarà mai di strano? Certo, 164 euro sembrano pure troppi, per una violazione di questo tipo, ma non sono neppure una cifra record. Infatti, l’aspetto surreale della storia è decisamente un altro. La vicenda, ovvero la contestazione, risale infatti al 2010, dunque a 14 anni fa. A quel tempo la somma richiesta era di 70 euro ma l’uomo aveva deciso di presentare ricorso al Giudice di Pace, più che altro per una questione di principio derivante dalla dinamica del “fermo”. I presupposti per il ricorso al giudice, d’altra parte, c’erano tutti e riguardavano un paio di errori formali contenuti nel verbale stesso. Dopo i primi rinvii delle udienze e la minaccia di proseguire la lite in Tribunale, poi teoricamente decaduta, la questione sembrava archiviata tanto che lunedì, quando il pensionato ha letto il contenuto della raccomandata, ha addirittura faticato a ricostruire la vicenda. Di fatto, come detto, l’episodio risale al 2010. Il 6 dicembre di quello stesso anno si è svolta la prima udienza innanzi al Giudice di Pace, rinviata poi al 17 febbraio 2011 poi al 12 aprile di quello stesso anno. Durante il dibattimento, G.B., tramite il proprio avvocato, ha deciso di presentare una querela per falso nei confronti della vigilessa che lo ha multato. Querela che, secondo lo stesso conducente, sarebbe stata successivamente ritirata. Il 17 ottobre del 2023, a quanto si può desumere dal verbale del giudice di pace, si è svolta l’ultima udienza sul caso alla quale l’avvocato del ricorrente (il quale non era a conoscenza di nulla) non si è presentato. Da qui, la definitiva sanzione di 164 euro, provocata dalla “mancata osservanza dell’onere processuale” e corrispondente alla metà del massimo edittale. G.B., già socio Adico, ha chiesto consulenza all’associazione, annunciando comunque la volontà di chiudere il contenzioso pagando la multa.
“Raccontiamo questa surreale vicenda – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – non per colpevolizzare nessuno, visto che l’iter è stato estremamente confuso e farraginoso e non è possibile definire i confini delle responsabilità, ma per testimoniare come la macchina giudiziaria si ingolfi e si inceppi con estrema facilità soprattutto, almeno a Venezia, per la cronica mancanza di organico nei tribunali e soprattutto negli uffici del Giudice di Pace, come denunciamo da tempo. 14 anni per comminare in modo definitivo una multa per una cintura non allacciata sono davvero troppi e sono soprattutto lo specchio di un sistema che necessita di immediati aggiustamenti”.
2 risposte
Il sistema giuridico italiano e a dir poco pazzesco, non solo il giudice di pace ma proprio l’intero sistema giuridico.
Non credo che negli altri stati ci siano tempi come in Italia
Vediamo anche per una semplice causa civile si va avanti per 10/15 anni è a dir poco vergognoso.
Per poi non parlare delle delle sentenze emesse senza nessuna giustizia e a legge interpretativa.
Non si può andare avanti così grazie.
Totalmente d’accordo con lei…
Gianluca Codognato
uff. stampa Adico