Mestre. Il rischio era prevedibile, in parte per le tensioni provocate dalla congiuntura internazionale ma soprattutto dalle consuete speculazioni, che sfruttano il contesto di crisi. Insomma, dopo un periodo di tregua, i prezzi del carburante stanno rialzando la testa come testimoniano le rilevazioni di Quotidiano Energia che racconta di aumenti seppur ancora limitati a un paio di centesimi di euro al litro.
Un peccato, inutile nasconderlo, visto che negli ultimi tempi ci si era abituati a tariffe più “umane”, dopo l’exploit del 2022 e in parte del 2023 quando il prezzo alla pompa, sia per la verde che per il diesel, aveva superato la soglia-limite dei 2 euro andando a toccare la cifra monstre di 2,50 euro al litro soprattutto in autostrada. Negli ultimi tempi, invece, i display segnavano tariffe decisamente più basse, con una media di 1,75/1,80 euro al litro per la benzina (e poco meno per il diesel). Cosa succederà adesso?
“Come abbiamo spiegato di recente ad alcuni quotidiani locali – sottolinea Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – il costo del carburante è il primo termometro per testare gli effetti della crisi. Quando ci hanno chiesto quali siano per le famiglie le conseguenze del conflitto medio orientale e della crisi del canale di Suez, abbiamo detto di guadare le variazioni alla pompa, che sono il primo segnale delle prossime conseguenze sulle tasche dei cittadini. Ma in questo momento non crediamo nell’effetto guerra ma piuttosto nell’effetto speculazioni. Ricordiamo che benzina e carburante non riguardano solo automobilisti e camionisti, ma i loro costi determinano anche i costi, per esempio, di un gran numero di prodotti alimentari, quelli trasportati su gomma”.
A dire il vero in questo momento non si può ancora lanciare un grido d’allarme sul fronte del caro benzina. Però, avverte Garofolini, “proseguiremo il nostro monitoraggio sul territorio della terraferma veneziana con un occhio di riguardo a ciò che accadrà nel periodo pasquale. Se in quei giorni, fatalità, di materializzeranno rincari consistenti, allora potremmo tranquillamente confermare la nostra tesi ovvero che gli aumenti al distributore sono molto più conseguenza delle speculazioni che della crisi. Se a ogni esodo, fatalità, i prezzi si impennano, beh, vuol dire che qualche cosa non quadra”.