Truffa del finto sms, nel Padovano in due anni sparito mezzo milione di euro

Padova. Imperversa senza soluzione di continuità dal 2021 svuotando i conti bancari di centinaia di correntisti padovani. La truffa del finto sms – che al dispetto del nome si svolge per lo più a livello informatico – è ormai l’incubo dei risparmiatori correntisti e sta fruttando ad hacker ingegnosi e senza scrupoli veri e propri tesori difficili da quantificare.

Il boom. Adico fra il 2021 e il 2022 e i primi sei mesi del 2023 ha aperto oltre 500 pratiche (sic!!) di cui oltre 150 a favore di correntisti padovani. Le cifre sottratte fanno venire i brividi: sempre nel Padovano paliamo di un importo superiore al mezzo milione di euro (10mila euro procapite), fra tutti i fascicoli aperti da Adico, che riguardano correntisti da tutta italia, la somma rubata è di poco inferiore ai 2 milioni di euro. In generale, c’è chi si è visto portare via poco più di mille euro ma anche chi è stato derubato di decine di migliaia di euro (il record è di 60 mila).

Come funziona. Il raggiro conosce poche varianti e solitamente si concretizza in alcune, piccole mosse. La vittima riceve un sms nella chat della propria banca (o delle Poste). Il messaggio comunica al correntista operazioni anomale nel proprio conto e lo invita a cliccare in un link inviato sempre via sms dal lestofante. La preda viene dunque contattata da un sedicente operatore dell’istituto di credito che gli suggerisce in diretta come muoversi per bloccare le movimentazioni sospette. Di fatto il correntista inserisce alcuni dati e poco dopo di ritrova con il conto bancario svuotato. In alcuni casi, la vittima è in attesa che gli venga inviato il bancomat a casa per posta ma viene contattata e avvertita che ci sono stati problemi nell’invio (come faccia, il malvivente, a sapere del bancomat, resta un mistero). A quel punto il correntista è indotto a inserire quei famosi dati che poi serviranno al furfante per rubare i soldi dal conto.

Da Intesa a Bper. Inizialmente tutti i casi seguiti da Adico riguardavano banca Intesa. Con il tempo, però, il raggiro ha coinvolto altri istituti: dall’N26 alla banca popolare di Sondrio, dall’Unicredit all’Ing Direct, dalla Bcc alla Cassa di Risparmio di Orvieto fino alle Poste. In queto momento, però, le principali vittime sono i correntisti dalla banca Bper tanto che in poco tempo Adico ha già avviato una decina di richieste di rimborso per altrettanti clienti dell’istituto emiliano.

Rimborsi Per il 45% dei soci è stato trovato un accordo transattivo con la banca, solitamente indirizzato alla restituzione del 50% dell’importo rubato. A parte un 5% di casi conclusosi negativamente (solitamente perché la banca ha dimostrato di aver messo a punto tutti gli strumenti per scongiurare la truffa), le pratiche restanti sono i via di definizione

Ingegno e sregolatezza. “Pensavamo che la truffa a poco a poco andasse scemando – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – invece notiamo che i malviventi dopo aver spremuto i correntisti di banca Intesa, ora stanno diversificando la propria azione, sapendo che ormai Intesa ha capillarmente messo in guardia i propri clienti mentre altri istituti, finora meno esposti, risultano maggiormente vulnerabili. Per la nostra esperienza, continuiamo a dire che ci sono delle falle nei sistemi di sicurezza delle banche. I truffatori inviano un sms che finisce nella chat di messaggistica originale della banca, i sedicenti operatori sono già a conoscenza di informazioni che non dovrebbero sapere, in poche mosse svuotano i conti. Infatti l’identikit della vittima è variegato e non coinvolge quasi mai persone anziane o particolarmente fragili. Da noi si sono rivolti dipendenti e perfino dirigenti di banca, professionisti, ex sindaci di importanti comuni. Fa rabbia quando leggiamo anche sul nostro sito la canzonatura delle vittime, definite ingenue, sprovvedute se non di peggio. La truffa – conclude Garofolini – è ben congegnata e il fatto che gli stessi istituti riconoscano almeno una parte di rimborso dimostra che anche loro sono coscienti che il cliente non ha grandi responsabilità. Comunque questo raggiro non ha nulla a che fare con le alghe di Wanna Marchi o con l’oroscopo del mago Do Nascimento. Qui siamo a un altro livello e i lestofanti sembrano intenzionati a lucrare ancora a lungo svuotando i conti dei poveri correntisti”.

2 risposte

  1. Io capisco che le persone truffate non sono stupide o ingenue, ma non capisco questo: esempio, se vengo truffato di 10000 euro questi soldi passano dalla mia banca alla banca del truffatore questa banca ha un nome e anche il truffatore ha un nome, il tracciamento dovrebbe essere rapido e anche il recupero dei soldi dovrebbe essere veloce! Comunque in generale non mi fido delle banche e di questo sistema bancario.

    1. Buonasera Simone, di solito non passano da un conto all’altro ma o vengono utilizzati per fare acquisti e bonifici o per riempire carte prepagate.

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