Mestre. Dopo le bollette “pazze” di Enel Energia, con fatture quadruplicate rispetto alla precedente offerta, deflagra ora il caso Eni-Plenitude che ricalca in pieno quello della diretta concorrente, tranne per alcuni fondamentali aspetti. Eni, infatti, per quanto possa sembrare incredibile, ha proposto in alcuni casi tariffe del gas ancora superiori a quelle applicate da Enel. Per esempio, ci sono utenti, ora seguiti da Adico, che da un trimestre all’altro si sono ritrovati con una tariffa a 2,97 euro a metrocubo, contro i precedenti 28 centesimi (più 960 per cento). Anche i clienti vittime di questo ingestibile rincaro riferiscono di non aver mai ricevuto alcuna comunicazione in merito a tale modifica che, in realtà, dovrebbe essere a tutti gli effetti un rinnovo rispetto alla precedente offerta.
“La vicenda è pressoché identica a quella di Enel – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Le vittime di questo incremento improvviso non hanno mai ricevuto in merito notizia del rinnovo anche se l’azienda afferma il contrario. Certo non essendoci l’obbligo di comunicazione tramite pec o raccomandata con ricevuta di ritorno si agisce considerando che è la parola del cittadino contro la parola del fornitore che fra l’altro, nelle risposte che ci manda, segnala anche la data in cui sarebbe stata inviata la lettera. Con nel Energia circa il 20% delle posizioni seguite da noi sono andate a buon fine. Per le altre si è ancora in pieno contenzioso. Con Eni inizialmente si era aperto un canale di dialogo molto positivo, con il riconoscimento del ricalcolo della bolletta. Ora, evidentemente di fronte a numeri che si fanno sempre più grandi, l’azienda ha imposto una chiusura totale e al massimo riconosce la rateizzazione”.
Quello che è successo con Enel Energia ed Eni Plenituide, conclude Garofolini, “è molto preoccupante, I due più importanti fornitori d’Italia dovrebbero essere i primi a garantire trasparenza e correttezza nei confronti dei propri clienti. Allo stato attuale, invece, i due colossi non hanno mostrato alcuna attenzione per una parte di utenti, in molti casi anziani. Ci auguriamo che nelle prossime settimane si trovino soluzioni serie per sistemare questo pasticcio”.