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Contributi non pagati, a Venezia centinaia di avvisi per i datori di lavoro delle badanti. Adico: “L’Inps chiarisca il motivo della richiesta”

Mestre. I rapporti fra utenti e Inps, si sa, sono spesso conflittuali, anche perché l’Ente previdenziale, a essere onesti, è delegato a servizi molto delicati che vanno dalle pensioni, all’invalidità fino ai contributi. Ed è proprio sui contributi che, negli ultimi giorni, si sta consumando una querelle che rischia di incrinare ancor più i rapporti fra le parti.

 In queste ultime settimane, infatti, alcuni datori di lavoro domestici ci stanno contattando dopo aver ricevuto una comunicazione con la quale l’Ente previdenziale contesta agli stessi il mancato pagamento di alcuni oneri previdenziali reiferiti a persone che, per lo più, si occupano dell’assistenza di anziani non autosufficienti (le cosiddette o i cosiddetti badanti).  La richiesta è contenuta in una lettera che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe giunta o starebbe giungendo a 650 mila datori in tutta Italia e che si traduce in diverse centinaia di comunicazioni inviate in provincia di Venezia.

Le cifre richieste sono modeste e si aggirano fra i 50 e i 70 euro. Però non è chiara, almeno ai profani, la motivazione di tale pretesa. “Dai controlli – scrive l’Inps – non risultano i pagamenti dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti, come datore di lavoro domestico, relativi ai trimestri indicati nella tabella allegata”.

La richiesta è probabilmente figlia di veri e propri tecnicismi ignoti ai più, visto appunto il numero consistente di destinatari della missiva, ma il problema è che, anche parlando con alcuni studi di commercialisti, che seguono la vicenda a nome dei propri clienti, nessuno capisce in modo esaustivo la motivazione alla base della richiesta economica.  

“Possiamo dire per certo che non si tratti di una truffa – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – perché gli stessi commercialisti hanno contattato l’Inps chiedendo lumi e la pretesa economica è stata confermata in quanto reale. Però, diciamocelo chiaramente. Nessuno, neppure le persone più competenti come appunto i commercialisti, è in grado di capire a cosa si riferisca questo sollecito. Si tratta di tecnicismi, questo è certo, che riguardando le giornate lavorative e soprattutto le dinamiche retributive della domenica. Non abbiamo le competenze per entrare pienamente nel merito, essendo temi molto tecnici, chiediamo però all’Inps chiarezza a riguardo, come ci è stato chiesto anche dai diretti interessati e dagli stessi studi fiscali a cui si sono rivolti”.

La comunicazione dell’Ente è molto fumosa e per così dire tranchant: “Dai controlli effettuati non risultano i pagamenti dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti” è l’incipit della comunicazione. E, nell’oggetto, si anticipa questo “teorema” senza dare ulteriori indicazioni: “Lavoro domestico – Avviso di accertamento per mancato pagamento dei contributi”.

“Adico – conclude Garofolini – non sta contestando la richiesta a priori, chiede solo all’Inps che venga emanata una specifica circolare per chiarire la richiesta economica. Purtroppo, davanti a importi non rilevanti, tante persone pagano senza approfondire. Noi, invece, avendo il compito di tutelare consumatori e utenti, veniamo contattati sia dai datori di lavoro, che assumono gli assistenti familiari e che quindi sono i destinatari della missiva, sia dai commercialisti che ne curano le pratiche i quali non riescono a capire in pieno cosa stia alla base della pretesa. Certo, se non lo comprendono loro, ci sembra giusto che l’enigma venga chiarito. Anche perché il nostro obiettivo è che i rapporti fra cittadini e Inps migliorino decisamente visto che, per l’esperienza maturata tramite le segnalazioni dei nostri iscritti, abbiamo la sensazione che l’Ente previdenziale in molti casi sia un po’ troppo chiuso nei confronti degli utenti. Creando una tensione deleteria visto che l’Inps rappresenta uno degli enti più importanti per la cittadinanza e soprattutto per anziani e pensionati”.  

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