Mestre. La crisi delle immatricolazioni che ha falcidiato molti concessionari in provincia di Venezia pare non avere mai fine anche se la vendita di vetture negli ultimi tempi ha ripreso vigore.
La vittima designata in ordine di tempo è la Boldrinauto di via fratelli Bandiera a Marghera che ha chiuso i battenti da diverse settimane mandando nel panico chi aveva già pagato del tutto o in parte la macchina nuova, senza esserne ancora entrato in possesso. Questi acquirenti, assieme ovviamente ai dipendenti e ai fornitori, sono le persone più esposte di fronte alla “liquidazione giudiziale” (locuzione che si può tradurre tranquillamente con il termine fallimento) decretata dal tribunale di Venezia. Anche se la DR Automibilies Groupe, da cui si riforniva la Boldrinauto, ha assicurato che non ci sarà alcun problema nella consegna delle vetture acquistate.
Adico, ovviamente, come ha sempre fatto, è pronta a seguire i clienti che necessitino di assistenza legale anche se la speranza è che la DR – ignara di quanto stava accadendo alla concessionaria di Marghera – onori a pieno ciò che ha dichiarato ai giornali: “ci impegniamo a portare a termine tutti i contratti avviati con i clienti. La nostra struttura commerciale ha già iniziato a contattarli per affrontare le singole situazioni e dare conforto e sicurezza sul fatto che non ci saranno problemi”.
Considerando la serietà della DR Automobilies Groupe, l’associazione si augura che agli acquirenti, “totali” o “parziali”, vengano consegnate le macchine. Resta però da capire se la Boldriauto, prima di chiudere i battenti, abbia pagato alla DR le vetture acquistate dai clienti che attendono ancora la consegna. Se così non fosse, alla casa automobilistica italiana fondata nel 1995 da Massimo Di Risio, spetterebbe almeno inizialmente uno sforzo economico non indifferente.
“I clienti che hanno versato la caparra o che hanno già pagato tutta la macchina – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – possono rivolgersi ai nostri uffici qualora non vedessero esaudite le proprie legittime pretese. L’associazione potrà assisterli eventualmente nella procedura concorsuale. Fermo restando che, in questi casi, i creditori privilegiati sono prima di tutto i dipendenti poi altre categorie non afferenti ai compratori”.