Favaro. La vicenda del superbonus continua a tenere banco con risultati alterni per i committenti che hanno versato caparre anche sostanziose a fronte di studi di fattibilità o lavori mai eseguiti. Gioiscono, da questo punto di vista, i proprietari degli appartamenti del condominio “Giorgio” di via Altinia a Favaro, che, grazie alla mediazione dell’ufficio legale dell’Adico, hanno ottenuto ciò che richiedevano: la restituzione di una parte dell’acconto versato a Nuclide Ingegneria srl per “l’attività istruttoria preventiva”. Parliamo in questo caso di sei famiglie residenti in altrettanti alloggi della palazzina. La loro idea, come quella di molti altri committenti, era la realizzazione di opere edilizie utilizzando la leva del superbonus 110% le cui vicissitudini ormai sono ampiamente note. La diffida presentata dall’associazione ha sortito l’effetto sperato perché il general contractor, la Nuclide, appunto, ha accordato la restituzione di 450 a testa che corrisponde a poco più delle metà di quanto versato. Una somma ritenuta adeguata dai soci Adico in virtù del fatto che in parte lo studio è stato eseguito con conseguenti spese per la società. “Come ci hanno riferito i diretti interessati – conferma il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini – il rimborso si è perfezionato proprio nei giorni scorsi. le famiglie erano molto soddisfatte per il risultato ottenuto”.
Purtroppo, a fronte di storie a lieto fine come questa, dobbiamo registrare anche situazioni incagliate da tempo, fra società che spariscono e altre che non mantengono le promesse fatte sia ai committenti che all’ufficio legale della stessa associazione. I casi seguiti da Adico riguardano per il 90% il versamento di acconti a vuoto, perché pagati a ditte che poi non hanno eseguito i lavori o ne hanno eseguiti solo una parte. “Prevediamo anche per quest’anno un’attività molto intensa sul fronte superbonus – conclude Garofolini – non solo perché molte pratiche di restituzione delle caparre sono ancora aperte ma anche perché iniziano a contattarci anche persone che contestano la qualità dei lavori eseguiti o dei materiali utilizzati. Una inevitabile conseguenza delle difficoltà incontrate da molte ditte con l’impennata dei prezzi delle materie prime. Ci attendiamo un boom di questi contenziosi proprio perché molti cantieri sono terminati o termineranno nei prossimi mesi, e solo ora i committenti potranno giudicare in modo concreto la validità o meno dei lavori realizzati”.