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“La transazione non è andata a buon fine”. 90enne mestrino “alleggerito” di mille euro dal tecnico del condizionatore 

Mestre. L’aria condizionata costa cara, questo si sa, e non solo per quanto riguarda la bolletta, inevitabilmente più salata per le tante famiglie che usano il climatizzatore. Infatti, anche l’intervento di un tecnico chiamato a sistemare l’apparecchio guasto può svuotare il portafoglio, soprattutto se quell’intervento non ha risolto nulla. Lo sa bene F.S., pensionato mestrino classe 1935, che lo scorso 5 agosto, dopo una ricerca su google, ha contattato un addetto della Multiservice, ditta di Mombaroccio (Pesaro-Urbino), per risolvere il problema a uno degli split piazzato nell’appartamento. Risultato? L’anziano si è ritrovato con 1.134,60 euro in meno sul conto corrente e con lo split ancora rotto e non funzionante. Non solo. Il 90enne mestrino ha anche firmato un modulo con tutti i propri dati personali – fra i quali numero di carta d’identità e codice fiscale – senza ricevere una copia dello stesso. Ma cos’è successo quel fatidico 5 agosto? F.S. lo spiega bene anche nella denuncia presentata ai Carabinieri di Favaro il giorno seguente.  

Volendo riassumere, l’anziano, trovandosi con una parte di condizionatore non funzionante, ha contattato il tecnico della Multiservice dopo aver effettuato una ricerca su google. Alle 15.30 un addetto della ditta si è presentato a casa dell’uomo, è entrato e ha verificato in pochi minuti la situazione sentenziando la necessità di sostituire l’apparecchio, ritenuto vetusto. F.S., però, non ha acconsentito e a quel punto il tecnico gli ha richiesto alcuni dati e gli ha fatto firmare un modulo, senza rilasciare alcuna copia. Il vero problema, però, si è materializzato durante il pagamento. L’operaio ha chiesto 134,60 euro per l’intervento e il 90enne mestrino ha pagato con il bancomat. Dopo poco, però, il tecnico della Multiservice ha dichiarato che la transazione non si era perfezionata e ha richiesto una nuova operazione per poi andarsene. Una volta rimasto solo, F.S. ha controllato la ricevuta e si è reso conto che la stessa menzionava un esborso di mille euro. Dopo altri controlli ha constatato che anche la prima transazione era andata a buon fine e che quindi l’intervento, risultato per nulla risolutivo, gli era costato 1.134,60 euro. A quel punto ha contattato i familiari e il giorno dopo è andato dai Carabinieri di Favaro a sporgere denuncia per poi presentarsi negli uffici dell’Adico a chiedere assistenza.  

“Siamo di fronte a una situazione tutt’altro che chiara – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Ovviamente ci riserviamo di sentire la controparte, che ha già risposto ma in termini che non ci sembrano assolutamente coerenti con quanto avvenuto quel giorno. Però sembra tanto che il nostro socio abbia subito un raggiro ma appunto, attendiamo di capire meglio le circostanze. Purtroppo, però, ancora una volta una persona anziana, fra l’altro sveglia e autonoma, è finita sotto le grinfie di persone quantomeno poco trasparenti. Anche il modulo fatto firmare senza rilasciare una copia ci lascia davvero perplessi. Intanto abbiamo richiesto la restituzione immediata dei mille euro e la consegna di una copia del modulo di cui il nostro socio non conosce il contenuto. E siamo certi che le nostre richieste verranno soddisfatte in tempi brevi vista la delicatezza e la stranezza di quanto accaduto”.

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