Salta la virgola nella fattura di Vodafone, per due mesi paga 898 euro invece di 8,98. Pensionata mestrina chiede aiuto all’Adico

MESTRE. Un errore di punteggiatura, si sa, può cambiare il corso delle cose. Come accadde al monaco Martino che, secondo la leggenda, per un punto sbagliato perse la cappa di abate, da cui il famoso motto, “per un punto Martin perse la cappa”. Mutuando quell’adagio, possiamo dire che per una virgola una pensionata mestrina perse 1.796 euro. Almeno per ora, visto che la donna, assistita dall’Adico, otterrà presto giustizia, di fronte a un palese errore che però le sta facendo perdere il sonno. La questione è tanto semplice quanto tragicomica. Alla donna, P.S., 65 anni, Vodafone ha trattenuto a luglio e ad agosto due fatture da 898 euro l’una per un totale di circa 1.800 euro. Peccato, però, che la promozione siglata dalla pensionata con l’operatore telefonico contempli un esborso mensile di 8,98 euro ed è dunque chiaro che quella virgola dimenticata abbia fatto la differenza.

L’incredibile sbaglio è emerso a settembre quando P.S., controllando l’estratto conto, si è resa conto di due addebiti di 898 euro pagati dalla banca a Vodafone, al posto di 8,98. Turbata dalla situazione, ma cosciente del palese “disguido”, la pensionata ha contattato Vodafone avventurandosi nella giungla dei call center. Qui ha ottenuto subito rassicurazioni in merito con tanto di richiesta dell’Iban per restituire il “maltolto”. Non vedendo nulla nei giorni successivi, la 65enne mestrina ha iniziato a chiamare tutti i giorni, festivi esclusi, il call center dell’operatore telefonico, ricevendo sempre nuove rassicurazioni da diversi telefonisti. Alla fine, a circa un mese dall’inizio del trambusto, P.S. non ha ancora ricevuto neanche mezzo euro e ha dunque deciso di rivolgersi all’Adico.

“La vicenda è talmente chiara che non abbiamo dubbi sulla buona riuscita della nostra attività – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. Certo fa riflettere il fatto che ancora una volta l’utente, per farsi ascoltare, debba appoggiarsi a una associazione o a un legale perché, da sola, si trova a sbattere contro un muro di gomma. La nostra socia ci ha provato, ha chiamato il call center per circa un mese, tutti i giorni. Al momento, però, non ha ancora ricevuto i soldi indietro. In questo caso, ancor più che in altri, riteniamo obbligatorio per l’operatore telefonico erogare anche un risarcimento per il tempo perso e per le spese affrontate dalla pensionata allo scopo di riavere quanto indebitamente “sottratto” dal suo conto”.    

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