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Sanità: quest’anno lo stanziamento è al 6,3% del Pil, il minimo dal 2007. Il 51,6% degli Italiani sceglie direttamente la sanità a pagamento.

I finanziamenti al Sistema Sanitario Nazionale si fermano, nel 2024, al 6,7% del Pil: il livello più basso dal 2007 ad oggi e molti punti sotto l’incidenza sul prodotto interno lordo di Francia e Germania. E’ il Sole 24 Ore, nella Giornata Mondiale della Salute, ad aggiornare il dato tenendo conto delle nuove stime Istat che hanno rivisto al rialzo le dimensioni del Pil italiano. La cifra assume ovviamente un notevole peso politico nei giorni in cui sullo stato della sanità sta andando in scena l’ennesima battaglia tra governo e opposizioni: la premier Giorgia Meloni rivendica “la cifra record” stanziata con l’ultima manovra per il Sistema Sanitario Nazionale, il centrosinistra – insieme ad esponenti di peso del mondo scientifico – lamenta al contrario che per la salute non si spende abbastanza. Tra attese e ritardi, sempre più persone sono costrette a metter mano al portafogli per curarsi. E questo perché il 53,5% degli italiani si trova ad affrontare tempi di attesa eccessivi rispetto all’urgenza della propria condizione clinica. Ormai ogni 100 tentativi di prenotazione nel Ssn, il 39,4% (il 34,4% dei bassi redditi) rinuncia e si rivolge al privato. E se il 12% ricorre all’intramoenia (ovvero la sanità privata nelle strutture pubbliche), il 18% opta per il privato puro. C’è poi chi non fa neanche un tentativo. Il 51,6% degli italiani sceglie direttamente la sanità a pagamento, senza provare nemmeno a prenotare nel Ssn. Una scelta che curiosamente ma forse non troppo, fa anche una quota alta della popolazione a basso reddito (40,6%). E così la spesa sanitaria privata degli italiani arriva a rappresentare circa il 25% di quella totale. “Sono convinto che il Ssn ha un’elevata capacità di garantire le cure migliori ai propri cittadini – commenta il Presidente di Adico, Carlo Garofolini – ma non possiamo ignorare come essi sperimentino continue barriere all’accesso alle prestazioni con tempi d’attesa eccessivamente lunghi, a liste addirittura bloccate, con persone che rinunciano a priori a curarsi; atteggiamento questo di sfiducia, una rappresentazione di una sanità in crisi”.

Spunti tratti dal: ilfattoquotidiano.it fortuneita.com

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