MESTRE. Quando lo ha visto luccicare in tv, non ha resistito. Ha preso il telefono in mano, ha composto il numero impresso sullo schermo e ha contattato il centralino di Canale 136, emittente dedicata alle televendite. E’ così che F.Z., pensionata di Marghera, ha di fatto acquistato per 1.900 euro un anello dall’aspetto allettante, presentato in televisione con professionalità e grande enfasi. Una volta giunto a destinazione, però, l’anello ha perso appeal agli occhi dell’anziana, che ha dunque scelto di rispedirlo al mittente usufruendo del diritto di recesso (o ripensamento). Risultato? A quasi tre mesi di distanza dall’invio della raccomandata e dalla contemporanea restituzione dell’anello, la donna non ha ancora ricevuto indietro neppure un euro e ha così deciso di rivolgersi all’ufficio legale dell’Adico per ottenere giustizia.
La vicenda di F.Z. conosce il proprio incipit a inizio luglio quando la donna, attratta da un anello presentato durante la televendita, opta per l’acquisto. Il gioiello costa poco meno di 2 mila euro e alla pensionata pare un’ottima occasione, tanto da chiamare il centralino e ordinare il prodotto. Con grande cortesia le operatrici accolgono l’ordine e dopo qualche giorno avviene la consegna a casa. Passa poco tempo e la pensionata di Marghera si rende conto che l’anello non è come credeva. Qualcosa non le quadra e sceglie dunque di ritornare la merce al mittente – sfruttando il diritto di recesso che si può invocare dopo 14 giorni dalla stipula del contratto – e di chiedere la restituzione dei 1.900 euro spesi per l’acquisto. Ebbene. A distanza di quasi tre mesi dalla raccomandata contenente il diritto di ripensamento e dalla contemporanea restituzione dell’anello, l’anziana non ha ancora visto l’accredito in banca e, oltretutto, non riesce più a contattare il centralino della tv privata. Per questo, ha deciso di rivolgersi all’Adico.
“Il nostro ufficio legale – sottolinea Carlo Garofolini, presidente dell’associazione – ha scritto all’emittente per chiedere di dare seguito alla richiesta di recesso che, lo ricordiamo, è concesso per legge entro 14 giorni dalla stipula di contratti sottoscritti al di fuori dei locali commerciali. Per capirci, se l’acquisto fosse avvenuto in un negozio, la donna non avrebbe avuto alcun diritto al ripensamento. Così, invece, sì. E ci stupisce che l’emittente non abbia ancora rispettato la volontà dell’anziana che ora ha dovuto ricorrere all’assistenza della nostra associazione”.